riguardanti ogni singolo Paese. Informazioni sui documenti utili per l’ingresso, sui trasporti, sui costumi e le usanze locali, sugli eventuali conflitti politico sociali e sulle zone da evitare: tutti i consigli necessari per una vacanza sicura. Durante la lettura, però, mi è sorta una curiosità. Mi sono chiesto quali sono i consigli che gli Stati esteri danno ai propri concittadini che vogliono venire in Italia a trascorrere le vacanze. Insomma, cosa si dice di noi? Sono andato, allora, sul sito del dipartimento di stato americano, nella sezione dedicata ai viaggi internazionali, ho selezionato la scheda del nostro paese ed ho trovato tutte le indicazioni che un buon turista americano deve conoscere quando viene in Italia. Un’intera sezione è dedicata agli “stratagemmi” utilizzati da borseggiatori e truffatori per passare inosservati o conquistare la fiducia dell’ingenuo turista per poi derubarlo. Le dettagliate ricostruzioni mi hanno fatto un po’ sorridere, tuttavia, la cronaca insegna che la fantasia dei malintenzionati è senza limiti, quindi, simili avvertenze, che noi diamo magari un po’ per scontate, probabilmente sono molto utili per un turista proveniente dal Nebraska. Un’altra sezione mi ha lasciato più stupito e sicuramente mi ha fornito qualche spunto di riflessione: quella riservata alla sicurezza del traffico e alle condizioni delle strade. Certo, saranno un po’ trafficate le nostre città, ma cosa ci sarà mai da dire di tanto importante? “Le condizioni delle strade differenziano in modo significante da quelle degli Stati Uniti … le strade dei centri storici sono spesso strette, ventose e congestionate”. Certamente, un SUV lungo sei metri e largo due non si muoverà molto agevolmente fra i carruggi della Liguria, al nostro turista del Nebraska è giusto farglielo presente (il turista milanese dovrebbe essersene già accorto, ma non demorde). Proseguendo nella lettura, però, gli avvertimenti si fanno sempre più allarmistici: “Gli scooter sono molto popolari e gli autisti spesso si considerano esentati dal rispetto delle norme che si applicano agli automobilisti. I viaggiatori che noleggiano uno scooter devono essere particolarmente cauti. Pedoni e autisti devono essere costantemente attenti per la possibile presenza improvvisa di scooter. Molte morti e infortuni in connessione con la circolazione dei veicoli riguardano pedoni e ciclisti coinvolti in incidenti con scooter o altri veicoli”. Oltre al comportamento dei motociclisti, la critica si estende poi all’intera categoria dei guidatori italiani: “I guidatori di moto, bici e altri veicoli ignorano abitualmente i segnali e il flusso del traffico e parcheggiano e guidano sui marciapiedi. Per sicurezza i pedoni devono guardare attentamente in entrambe le direzioni prima di attraversare, anche se sulle strisce pedonali e con il semaforo verde. I semafori sono limitati, spesso disobbediti”. Non sto a tradurre l’intero paragrafo che prosegue ammonendo sulle alte velocità dei veicoli in autostrada e sull’alto tasso di incidenti dovuto alle svariate causa che ormai sappiamo. Certamente, a mio parere, è un po’ esagerato il quadro che ne viene fatto del traffico e degli autisti italiani, un turista che legge tali avvertimenti finisce col ritenere più sicura una partita a calcio in un campo minato, rispetto ad una gita al Colosseo. Tuttavia, qualche domanda bisogna pur farcela se gli italiani al volante vengono descritti come così indisciplinati. Comportamenti al volante che diamo per scontati e tollerati vengono visti come un’autentica minaccia alla sicurezza dalle autorità straniere. Eppure le leggi le abbiamo e i controlli, anche se si potrebbe fare di meglio, non si può dire non ci siano. Viene da chiedersi se sia così difficile acquisire la consapevolezza che le norme stanno alla base della società in cui viviamo che, senza il loro rispetto, cesserebbe di esistere. A maggior ragione non dovrebbe essere difficile comprendere il valore dell’osservanza di quelle norme destinate a garantire la sicurezza di tutti, come quelle del codice della strada, che se trasgredite possono portare a tragiche conseguenze, sia per noi stessi che per gli altri. “La vita è breve, bisogna sfruttare il presente con oculatezza e nel rispetto della giustizia”, ricordarlo più spesso sarebbe un primo passo verso l’osservanza di quelle norme salva vita implicitamente suggerite dall’imperatore filosofo Marco Aurelio nella sua opera “Colloqui con se stesso” nel II sec. dopo Cristo. *A.B. dottore in giurisprudenza |
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