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Prendiamoci una vacanza da noi stessi

 

 

Estate tempo di vacanza, ma non di fuga. Quale fuga? La grande fuga da se stessi. Tutte le piccole e grandi difficoltà quotidiane ci arrovellano e siamo propensi a fuggire per non pensare più. Il Vivere con filosofia ci invita però a non sottrarci a noi stessi, ma allo stesso tempo a prenderci una vacanza anche dalle nostre difficoltà quotidiane. Tra fuga e vacanza c’è una differenza sostanziale: la fuga è scappare di fronte all’ostacolo, la vacanza è una sospensione temporanea da tutto. Ispirandoci all’antica filosofia scettica possiamo nuovamente appellarci all’Epochè, la sospensione del giudizio, evitando così di consumare energie per cose che ora non possiamo sistemare. Per molte persone la vacanza giunge dopo una lunga attesa e dopo un anno di lavoro, perché rovinare questo momento con un pensiero che tormenta? Sospendendo ogni attività mentale che porta solo ansia, ci si prende cura di sé evitando di rovinare il meritato riposo. Se per caso ci venisse in mente di non meritarci il riposo perché magari durante l’anno le cose non sono andate per il verso desiderato…non diamo ascolto a questo suggerimento. Qualsiasi sia la ragione, risolvere la situazione non è cosa semplice e veloce come cambiare abito, in questo momento dobbiamo rimandare a dopo le vacanze per goderci il periodo senza la compagnia di pensieri indesiderati. Come tenere sotto controllo la situazione? Non possiamo staccare la spina, non siamo degli elettrodomestici, perciò non ci resta che decidere almeno in vacanza di non pensare più al problema. Invochiamo Epochè, ricordiamo la magica parola ed appelliamoci alla saggezza degli antichi Greci per mettere da parte ogni cattivo pensiero almeno fino a settembre. Poi, allora penseremo come fare.

Concludiamo con un pensiero rivolto ai maleducati che certamente incontreremo in vacanza, non tormentiamoci per la maleducazione e la cattiveria umana, ricordiamo che quando qualcuno vicino o lontano si comporta in modo da sembrare cattivo, forse c’è dell’altro. Senza diventare buonisti ad oltranza, ricordiamo cosa sostiene Platone nel dialogo Timeo: “ ….Di sua volontà nessuno è cattivo, ma il cattivo diventa cattivo per uno stato morboso del corpo o per una crescita senza educazione. E queste cose sono avversità per ogni uomo, e capitano anche a chi non le vuole”.

Ci ritroveremo a settembre e per ora Epochè!

MGF




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L'accento di Socrate