Utero in affitto
Casa in affitto, barca in affitto, auto in affitto. Posso arrivare ad un abito in affitto, magari per carnevale, ma l’utero in affitto non l’ho mai capito. Non sono madre, ma non so nemmeno cosa voglia dire il desiderio di maternità di una donna che sa di non potere avere bambini, quindi di fronte a casi simili avvenuti all’estero, ho sempre nicchiato un po’. Ma in queste ultime settimane il tema mi perseguita; mi son capitati più articoli, più notizie sotto mano su questo argomento ed ho voluto approfondire. Non è stato bello, perché scoprire che alcuni ci marciano sopra ed altri subiscono questa vicenda, credo dolorosa, mi ha fatto male. Eh si, perché in alcuni paesi l’utero in affitto, per donne locali o per coppie straniere è un vero e proprio business. La surrogazione, così si chiama, è legalmente riconosciuta in America ed in altri paesi, ma è l’India il paese cui si rivolge la maggior parte dei richiedenti. Lì fanno poche storie, sembra che possano tornarsene a casa con un neonato tra le braccia anche single e gay. Senza fare discriminazione, lo dico subito. Se nel nostro paese chi adotta questa pratica finisce in carcere, lo prevede la legge 40, in India non c’è nemmeno bisogno di un motivo valido, che so, di salute. No, basta dire e sottoscrivere … non voglio perdere tempo con una gravidanza, e c’è lì pronta una mamma che fa la fatica al posto tuo. Per nove mesi. Peccato però, che dopo nove mesi, il piccolo che lei si è coccolato nella pancia, prenda il primo volo e parta con chi non è la sua mamma …. Perché, almeno per me, la mamma è chi lo ha sentito crescere e gli ha parlato con amore per nove mesi. Ovulo e seme a parte. E questo è un aspetto. L’altro, se possibile, è ancora peggio, perché va a toccare la vita più intima delle donne che si offrono, fino ad ignorare le loro esigenze. Si tratta di donne povere, che hanno già figli loro, e che mettono a disposizione il proprio utero, ma la loro vita intera direi, per poter garantire un futuro migliore alla famiglia. Un utero dato in affitto rende circa 5/6 mila euro, che per loro valgono quanto non una o due, ma anche tre vite di lavoro. E queste donne, dagli occhi bassi, col volto mesto, devono obbedire e sottostare alle richieste più varie della coppia richiedente. Volete che facciano una vita ritirata? la faranno, ci sono case apposta per loro. Volete che vivano a prodotti biologici, non bevano che the? lo faranno. Che non abbiano rapporti col loro compagno, sarà così. Che umiliazione, per loro e per chi chiede. Ma la coppia avrà il suo frugoletto proprio come previsto, con tanto di avvallo legale, perché, con la compiacenza di alcuni poliziotti, non ci saranno problemi nemmeno al rientro in patria. E’ il successo della nostra società, c’è il turismo low cost, quello sessuale, quello procreativo e quest’ultimo, più elegantemente detto….. turismo sanitario.
G.P.
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