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Interdisciplinarista: chi è costui?

 



Fra le tante materie comprese negli insegnamenti scolastici di ogni ordine e grado non è contemplata quella che forse potrebbe essere ritenuta la più importante, soprattutto nelle classi dell’obbligo, quella che permette di interagire fluidamente tra le diverse discipline: il riuscire a cogliere il sottile collegamento tra le diverse materie e far sì che lo studio non sia a compartimenti stagni rigidamente indipendenti, ma un tutto osmotico olisticamente organizzato in grado di fornire gli strumenti per poter affrontare gli studi e la vita forti dell’acquisizione di una più fertile e multiprospettica  forma mentis.

L’introduzione di questa materia, ma forse sarebbe più appropriato dire della figura di un insegnante interdisciplinarista, sarebbe in grado altresì di fornire nuovi strumenti di lavoro finalizzati alla creazione di un metodo di studio volto all’amore per la conoscenza: lo studente arricchisce in maniera divertente e incalzante le proprie conoscenze ed amplia l’esiguo vocabolario di cui dispone mentre, attratto dalla nuova visione delle cose, trae piacere dallo studio.

Tutto ciò contribuirebbe ad instillare l’amore per la conoscenza e a porre il seme per un apprendimento ragionato, conditio sine qua non, per una metodica inobliabile di base che accompagnerà lo studente per l’intero arco di studi ed anche oltre.

Sono consapevole che per la nostra disastrata scuola pubblica, con l’acqua che piove nelle aule, gli insegnanti poco motivati e i finanziamenti statali sempre insufficienti, la figura dell’insegnante interdisciplinarista sarebbe l’ultimo pensiero, ma almeno le scuole private, soprattutto quelle che vantano un illustre passato, un’innovazione del genere potrebbero almeno prenderla in considerazione: aggiungerebbe un’altra medaglia al loro già ricco medagliere e rappresenterebbe un fiore all’occhiello di cui pochi potrebbero fregiarsi. Per il momento questa opportunità è disponibile solo per quegli attenti genitori che il caso ha voluto che meditassero su questo mio breve articolo. Certamente l’applicazione in larga scala di un insegnamento come questo sarebbe pura utopia ed inoltre avrebbe come rovescio della medaglia una popolazione di studenti in grado di ragionare con la proprie testa e quindi difficile da gestire,  ma se rimanesse una materia solo per quelle persone veramente interessate… Ci dovrà pur essere qualcuno in grado di saper gestire con successo, fin da giovane, anche le situazioni più critiche!

 

 M.B.




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