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VORREI...



Ascolto il sinuoso scorrere del fiume, e piango lacrime di sofferenza. Mi affaccio alla finestra; il cielo plumbeo mi trasmette solo tristezza; nient’altro. Sto soffrendo. Vorrei essere libero; correre come un ghepardo e, poco dopo poter spiccare il volo come un falco pellegrino. Vorrei avere dentro di me il perfetto equilibrio che ha la natura tra il bene e il male, vorrei avere la forza di perdonare chi mi sta attorno, e anche a me stesso. Ma questo purtroppo si chiama “immaginare” e, l’immaginazione, per forza di cose non è la realtà.

Ma adesso basta; la vita è mia e posso darle la piega che desidero, una piega irremovibile nel tempo, e che sappia affrontare le intemperie della vita.

Spesso amo stare con gli altri ma, in alcuni momenti vorrei essere un angelo ed elevarmi in volo verso il cielo, solo; lasciare la monotona vita reale e scappare. Non so dove ma lontano da qui, lontano da tutto, lontano anche da me stesso.

Vorrei essere sempre chi sono; nulla di più e nulla di meno.

Vorrei essere libero di ballare in maniera sfrenata tutto il pomeriggio sotto il ritmo incalzante di un ballo altrettanto scatenato.

In alcuni momenti mi sento solo, irrisolto, come un vecchio geroglifico; ed è in quei momenti che scopro piano piano cos’è la vita, i suoi pregi ma, purtroppo anche i sui difetti. Credo che, se madre natura mi ha messo al mondo, un perché ci sarà ma, questo perché è “protetto” da robuste guardie del corpo e bisogna combattere molto per ottenerlo.

Penso che questo “perché” sia uno degli obbiettivi fondamentali della vita.

Il senso di quest’ultima lo si capisce vivendolo e, quando si è giunti ad una conclusione, è ormai giunto il momento di passare al “livello superiore” la cosiddetta “vita ultraterrena”.

Vorrei imparare a non dire “vorrei”.


Ghepardo97

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L'accento di Socrate