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Mi ero messo alla finestra per separarmi un attimo dalla mia vita e osservare com'è perfetta la natura quando, d’un tratto, su un albero vicino al mio giardino vidi una gazza con ciuffi d’erba e rami nel becco!!! Dove vivo io non ci sono molte gazze, anzi, solo tre in tutto il villaggio, ed era già stata una fortuna vederla, per di più nel momento in cui stava costruendo il nido che avrebbe accolto i suoi cuccioli!!!


Dovetti aspettare alcuni minuti prima di vederla decollare. Ma ora era partita, più veloce che mai e puntava dritta la mia casa. Volò sopra il tetto e sparì. Lo andai a dire ai miei genitori e chiesi loro se potevo uscire per accertarmi della posizione dove si era posata; questa fu la risposta: “No, hai appena finito di mangiare e fuori fa freddo!!!”. Deluso tornai alla finestra sperando di rivederla. Dopo circa un quarto d’ora mia madre mi disse: “Io e papà usciamo, ci vediamo tra qualche ora”. Nel momento in cui la macchina si allontanò, vidi la gazza partire alla volta del mio tetto e non resistei alla curiosità: uscii. Guardai tra gli alberi del mio giardino e finalmente la vidi, stava depositando i rami sul pino più grosso. La mia felicità fu ineguagliabile, rimasi lì, fermo, finché non tornò nel prato a cercare altro materiale. Restai fuori circa mezz’ora col vento che mi increspava la pelle. Quando rientrai ero fiero di me stesso, non per aver disubbidito, ma per aver avuto l’onore di accogliere una gazza nel mio giardino!!! Col passare dei giorni continuai a uscire sempre più spesso e fu lì che si creò un legame che da sempre avevo sognato: un legame di fiducia reciproca e non solo con le gazze, ma con tutti gli uccelli del giardino; quando ero fuori facevano la loro vita come se non esistessi, dandomi la possibilità di osservarli da vicino e di capire i vari tipi di volo e gli stili di vita. Passarono altri giorni di pura osservazione quando, una sera, vidi ad un certo punto che entrambe volavano via, dopo qualche minuto non erano ancora tornate e, finalmente, dopo sette minuti tornarono e fu lì che una frase mi illuminò la mente:

Tante cose sembrano ma poche sono

Notai subito che non era una frase troppo “normale”, e decisi di parlarne con Maria Giovanna e sapete che cosa ho scoperto? Ho avuto l’onore di apprendere che avevo riportato alla luce un concetto vecchio di migliaia di anni espresso da Platone. Se  analizziamo la frase capiamo subito che il senso è molto profondo, ma anche semplice di comprendonio, infatti si può fare un facile esempio che spiegherà ogni cosa: se adesso vi dicessi di pensare ad un tavolo, a tutti verrebbe in mente una “lastra” di legno sorretta da quattro gambe dello stesso materiale. Invece andando in giro possiamo facilmente accorgerci che ne possiamo trovare di tutti i tipi, ma tutti ispirati all’idea principale: una lastra e quattro (o tre) gambe, anche se di diversi materiali.

Riusciamo a capire quindi che le idee “fondamenta” (Platone le riteneva appartenenti al mondo delle idee, quelle che sono contenute nella mente) non sono tante, ma gli oggetti che le prendono a modello variano a milioni!!! Per chi non si fosse ancora convinto e vuole un altro esempio pratico gli dico di pensare ad un quadro: l’originale è uno, ma si possono fare milioni e milioni di copie!!!!!

Vi saluto ricordandovi di prendere sempre spunto dalle idee “fondamenta” e chi girando per il mondo notasse qualche altro esempio o qualche “rivale” di quello che ho detto, me lo dica, scrivendo all’apposito indirizzo elettronico!!!!

Saluti a tutti e... diffidate da tutte le imitazioni!!!!!


Ghepardo 97


Per commentare l'articolo di Ghepardo97 scrivere a: mariagiovanna.farina@laccentodisocrate.it


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L'accento di Socrate