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i capelli stanno sulla testa. A parte la battuta tremenda: comincio col dire che ci sono donne che sanno portare bene i capelli bianchi ed altre che non sanno portare affatto bene il capello tinto. A questa conclusione profonda sono arrivata lentamente, dopo un numero di tinture sufficiente a incrementare – da un lato – le entrate del parrucchiere, dall’altro i miei pensieri sull’argomento.

20 Marzo - Avrei voluto cominciare a scrivere del fattore capello bianco in modo più intimista e pensoso ma, forse perché la faccenda è emotivamente ancora in via di definizione, e anche nella pratica, a dire il vero, preferisco prenderla alla larga, discettando. Non posso tuttavia evitare di inserire la nota autobiografica – me ne scuso - che informa di come abbia deciso ultimamente di farmi crescere il capello bianco in tutta la sua lunghezza, e di come quotidianamente - o quasi - spii il progresso del medesimo sulla mia testa! Né voglio negare che a quella decisione sono giunta un po’ forzata, non in piena libertà insomma, ma condotta da una intossicazione sotto forma di macchie orribili per tutta la lunghezza delle gambe, evidenziatesi 24 ore dopo una tintura dal parrucchiere. E ben mi sta! Anche per il fatto che il professionista del capello era stato fino a quel momento a me sconosciuto e che avevo rinnegato il mio vecchio tintore per spirito di cambiamento.

Ringalluzzita dal fatto che – nonostante la marcia del capello bianco – non mi sento vecchia, non più di prima almeno, e la cosa mi sorprende – ho provato da subito il desiderio di condividere questa cosa che considero straordinaria; dal momento che fino a due mesi fa avrei creduto il contrario, ovvero che se avessi dato campo libero al capello bianco avrei compresso per così dire una ostinata sensazione di giovinezza. In sostanza, è necessario che ci sia sintonia tra capello e sensazione interiore, il vissuto. O no? Quello avevo sempre pensato e perciò ero rassegnata al fatto che vita natural durante avrei dovuto andare dal parrucchiere.

23 marzo - In questi giorni molto disinvoltamente vado fuori con il mio capello legato dietro la nuca e il ciuffo bianco- biondo, domandandomi tuttavia se, quando il biondo-scuro sarà sparito, mi sentirò ancora non - vecchia. Pensiero stucchevole, veramente! Cosa deciderò se mi sentirò leggermente più vecchia?. Per questa incertezza interiore ho detto prima che volevo prendere un po’ alla larga la faccenda. La quale faccenda tuttavia merita sin da ora una distinzione, una lettura su un altro piano: il piano degli altri.


24 marzo - Sonia la custode ha indugiato stamani qualche secondo di troppo con lo sguardo sulla mia faccia e sulla la mia testa quando – era un po’ che non mi vedeva passare - sono comparsa col nuovo look; e quello sguardo esprimeva stupore, forse anche sconcerto, misto a rimprovero. Almeno così mi è sembrato. E’ bastato questo per innescare in me delle altre considerazioni, dei quesiti: supposizioni, dolorosi interrogativi. Di cui uno questo: se invece di essere una donna in pensione, specificamente una casalinga – un binomio, mi rendo conto, non molto attraente socialmente ( ma non intendo affrontare ora questo scottante argomento) –; insomma, se invece di essere una donna che sta in casa più che fuori, una che si diletta in seno al focolare domestico – oltre che dedicarsi alle consuete mansioni - di cose amene come la scrittura o altri manufatti creativi - domani dovessi andare a presentarmi per un colloquio di lavoro, ci andrei con i capelli bianchi? O andrei dal parrucchiere il giorno prima e – dopo il taglio - sceglierei di tingermi ancora?! Faccio notare che il fatto di avere ipotizzato che potrei andare ad un colloquio di lavoro è un altro segnale inequivocabile della persistente sensazione di giovinezza interiore. E questo è un altro elemento che complica le cose. Ha senso coltivare il capello bianco? La domanda si insinua e anche altre si affacciano: è giusto non fare di tutto per apparire giovani e carine, a prescindere se si debba andare o no ad un colloquio di lavoro?! Non dico un appuntamento galante, ma proprio un colloquio di lavoro.


25 Marzo – Roberta la figlia di mia sorella Laura non ha detto niente quando mi ha aperto la porta; sono io che ho detto, provocando: “Hai visto il mio nuovo look?” - Sorriso suo – “Sai, credevo che fosse peggio invece non mi sento così vecchia” Azzardo: “Però non so come mi vedono gli altri” – “Eh, già!! - dice Roberta con un tono di voce più alto e girandomi le spalle.

Laura è discreta: le dico più tardi durante la giornata: “Sai, ho sempre creduto che ci dovesse essere sintonia tra come uno si sente dentro e il capello” E qui mi sono tradita! – “E tu come ti senti dentro”? –Giovane! Appunto.


26 Marzo - Aumentano i dubbi sulla scelta di lasciar correre il capello bianco: oltretutto i capelli non stanno più tanto a posto e la crescita in me è molto veloce.


27 Marzo - Devo rinnovare la tessera del tram e voglio farmi una fotografia per sostituire quella esistente che da tempo non corrisponde più a come mi sento dentro e poi – a suo tempo - era venuta veramente male. Certamente ora il nuovo scatto - rivelandomi - mi confermerà nella mia recente scelta di AUTENTICITA’!

Le postazioni per l’autoscatto sono sempre state problematiche : di solito mi procurano delusioni cocenti, ma potrebbe darsi che invece oggi… E poi qualcosa d’altro – oltre la necessità di fare la nuova tessera del tram – mi spinge ad entrare nel gabbiotto: una fortissima curiosità.
Spio la fessura da cui escono le quattro fotografie: quando le ho tra le mani, le guardo e dopo pochi passi le strappo in pezzettini. Lo choc è forte. QUELLA sono io? Così APPAIO? Potenza della fotografia! Un’altra-da-se’ ti si para davanti e, come Sonia, più di Sonia e di Roberta e di Laura, ti grida una decisa presa di posizione e te la sbatte in faccia con forza!


12 APRILE - Ebbene, sì! Il tempo del capello bianco non è ancora venuto: al massimo lascerò spuntare qualche méche chiara o - meglio ancora - opterò per una miscela di colori, bianco più biondo scuro, e forse mi concederò anche altre sfumature. Il tutto dovrà essere molto naturale. Di certo non cadrò nel tranello di ricorrere ad una tinta troppo scura, nero pece, quella di cui parlavo all’inizio alludendo al fatto che certe donne non sanno portare il capello tinto: con quella tinta nera sembrano più vecchie che col capello bianco! Solo stavolta - che ho inopinatamente ecceduto con la crescita del capello bianco sarò costretta a malavoglia a ricorrervi. Ma sarà l’ultima.


Poi, comunque, non vorrò più ricorrere a questa tintura e soprattutto – se non in circostanze eccezionali - all’opera parrucchiere. Ho sempre detestato andarci, non ho mai capito perché. Ritornerò anche alle mie tinture naturali fatte in casa, con salvia e te’ e chiodo di garofano: una miscela ottenuta facendo sobbollire questi componenti a lungo e poi usando il liquido che ne deriva, quotidianamente, massaggiandolo sui capelli . In passato ho ottenuto in questo modo sfumature eccezionali sul dorato, anche sul capello bianco. Provare per credere.

Dicevo degli altri interrogativi:: se io non mi sento vecchia, gli altri come mi vedono? E non è forse un peccato ai giorni nostri - e men che meno conveniente - non fare tutto il possibile per non discostarsi dal modello giovanile?

Lo sguardo di Sonia mi ha fatto pensare a questa cosa: sentirsi giovani non vuol dire apparire giovani.


Germana Pisa




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L'accento di Socrate