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Si può imparare ad essere felici? Facciamo il punto per ripartire

 

Questa è forse la domanda che ci siamo posti un po’ tutti soprattutto quando il peso della quotidiana vita in mezzo agli altri ci conduce a momenti difficili, pesanti e per nulla felici. In quest’angolo della rivista ne abbiamo parlato e continueremo a farlo nella speranza che la felicità divenga sempre più praticabile, ora facciamo un piccolo riassunto per ripartire alla sua ri-cerca.. Insegnarla come una disciplina scolastica? Non proprio, ma mostrare dove cercare e come mettersi alla ricerca: sì, si può fare. Possiamo dire che felicità è prima di tutto non guardare troppo lontano, non fissarsi nella ricerca esclusiva, non cercare nel consenso degli altri, ma è da cercare nelle piccole cose come una soddisfazione personale, un sorriso luminoso, lo scodinzolio di un cane e il miagolio di un gatto, la bellezza di un opera d’arte, la lettura di un libro, il dialogo con un amico…in tutte quelle cose che non costano nulla a livello monetario. È in questo preciso significato che possiamo affermare: i soldi non danno la felicità! La felicità non si può comprare, è uno stato d’animo sfuggente e temporaneo che riesce a percepire chi favorisce e coltiva la vita interiore. Non che l’esteriorità sia disdicevole, ma la sua natura estremamente transitoria non si presta a quella serenità di fondo su cui la felicità posa ogni tanto le sue ali leggere.

La Redazione




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