La felicità: una dimensione soggettiva
La felicità è qualcosa di assolutamente soggettivo, non si può trovare nell'altro, ma si dovrebbe cercare autonomamente giorno dopo giorno, minuto dopo minuto, istante dopo istante nello svolgersi della propria esistenza. I filosofi fin dai tempi più remoti hanno riflettuto sul tema della felicità, Freud stesso afferma nel Disagio duella civiltà “ognuno deve trovare da sé il modo particolare in cui può essere felice”. Ogni pensatore ha dato la propria risposta, credo non sia arbitrario affermare che si sono basati soprattutto sulla propria esperienza di esseri che sperimentano il disagio del vivere: solo chi sente dentro di sé il dolore e la sofferenza può dire che cosa sia la felicità. A livello puramente fisico è la cessazione del dolore del corpo o dell'anima. Tutti noi abbiamo provato un dolore più o meno acuto in un punto del corpo ed abbiamo provato altrettanto sollievo quando esso è cessato. Si può definire questo stato come felicità? Penso proprio di sì. Allo stesso modo abbiamo tutti vissuto momenti di preoccupazione per la salute di qualcuno, quando la malattia è stata sconfitta ed il pericolo di un esito infausto è diventato un lontano ricordo non abbiamo forse provato felicità? Questi esempi ci conducono ad una felicità che possiamo definire concreta e legata alla nostra sopravvivenza, ma l'essere umano non si accontenta di ciò, vuole di più perché la sua raffinata intelligenza lo spinge alla ri-cerca di una felicità più sottile legata alle soddisfazioni intellettuali ed è a questo punto che spesso perde la strada e cerca la felicità nella gratificazione degli altri. Per essere davvero felici, nei pochi attimi in cui lo si può essere, c'è una condizione necessaria e quindi obbligatoria: star bene con se stessi. Ben fa comprendere questo stato la testimonianza di una donna di cinquant'anni: “Ero in riva al mare nel tardo pomeriggio di un giorno di mezza estate, la spiaggia era quasi deserta. Mi sono seduta vicino alla battigia, l'aria era fresca, nessun rumore disturbava il fruscio delle onde, era il mio compleanno ed ero in buona salute, sola con me stessa. Ho provato una grande felicità: felicità di essere al mondo, di essere quella che sono, felicità di non aver bisogno di niente e di nessuno”. Queste poche righe testimoniano come la felicità sia una dimensione soggettiva che si manifesta in chi vive in armonia con la propria interiorità.
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