… e la storia di Camilla continua
I nostri lettori l’avranno capito, qui, noi della rivista, amiamo gli animali qualunque essi siano, e all’Accento di Socrate abbiamo addirittura una mascotte, la piccola tartaruga speciale, di cui abbiamo parlato nel numero 3. Una tartaruga di nome Camilla, detta anche Tartamilla. Il suo modo di adeguarsi alla famiglia che la ospita ci ha colpito, ci è piaciuto questo volersi relazionare con l’umano, tant’è che, ora che i proprietari ci hanno aggiornato sulla situazione, sentiamo il dovere di tenere aggiornati anche i lettori affezionati. L’avevamo lasciata all’inizio dell’inverno scorso, quando aveva scelto, per il suo letargo stagionale il fondo di un mobile della cucina, da dove comunque usciva per vedere qualche partita di calcio, sua grande passione. Dopo il risveglio, Camilla riprese la sua vita di sempre: passeggiate mattutine in giardino, pisolini pomeridiani sotto il pino ungherese o siesta infilata nella fresca terra dell’aiuola delle rose e azalee, per poi far scorpacciata di tarassaco e piccoli lombrichi o lumache o chiocciole di cui è ghiotta, al punto che, quando ne vede una parte come un fulmine, la azzanna e se la sbafa tutta. Sorridete al pensiero di una tartaruga che parte come un fulmine? non conoscete Camilla. Dovreste vederla correre, ci assicurano, scavalcare i sassi ad una velocità e un’agilità mai immaginata per una tartaruga. Ed è dotata anche di un bel caratterino ed una certa grinta, se un giorno in cui la famiglia si assentò fin dopo le cinque di sera, dato che il suo rientro in casa è tra le 16 e 16 e 30, la trovarono che camminava spazientita avanti e indietro con passo deciso lungo TUTTO il metro e ottanta della soglia, quasi fosse una sentinella. All‘apertura
della porta si precipitò in casa e si infilò
nella sua casetta, quasi a dire: è questa l‘ora di
ritornare? Lo so, sembra incredibile, ma ci piace pensare che abbia un po’ i nostri stessi gusti… Nel mese di luglio ha superato abbondantemente i 300 grammi di peso e si è reso necessario già due volte allargare la porta della sua nuova casetta, sulla quale, fra l’altro, è scritto il suo nome utilizzando i simboli dell’antica scrittura runica, usata soprattutto dagli antichi Druidi della civiltà di Golasecca, discendenti a loro volta dalle popolazioni celtiche migrate sul nostro territorio ben più di 5000 anni fa. Non è un caso aver scelto di scrivere il suo nome in “runico”, in quanto, Camilla è nata esattamente il primo giorno di agosto, che è da antica data il giorno dedicato al dio celta Lug, il quale ha come animali preferiti : la capra, il gallo e la tartaruga, la quale rappresenta la saggezza, lunga vita e il forte legame con la terra. A metà
ottobre Camilla si era ritirata nella sua casetta sotto le morbide
salviettine di spugna iniziando il periodo di letargo; per ben due
volte è uscita per dirigersi verso la porta-finestra che da
sul prato, per poi ritornarsene, subito dopo, nella sua casetta in
quanto fuori l’aria E’ la mattina del 3 novembre 2010, giornata climaticamente gradevole che decide di fare quello che tutte le creature come lei fanno in natura, ritirarsi per il letargo invernale; infatti, avvicina i proprietari, si fa coccolare, accarezzare, poi scende nel prato, si dirige decisa verso la sua aiuola preferita, quella delle rose e azalee, ricordate?, scava un bel buco e s’infila sotto. Da allora non è più uscita, ne sentiremo parlare di nuovo a primavera. Quello che di straordinario c’è in questa storia, è che un animaletto piccolo, autosufficiente come una tartaruga, abbia voluto stringere rapporti così stretti ed affettuosi con chi la ospita. Bisogno di protezione, affetto da ricambiare? E poi, una tartaruga? non sarà poi qualcosa di più? Sì, perché in casa, Fabio, Claudia, Walter e Alessandro ne sentono già la mancanza. Racconto raccolto da Giuliana Pedroli |
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