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Come già anticipato nel primo numero, dedicheremo uno spazio alla poesia, anche di autori sconosciuti, ne abbiamo ricevute alcune tra le quali abbiamo scelto quelle di un lettore che si firma Antonpen. La firma è uno pseudonimo, non sappiamo se il contenuto si riferisca alla storia personale dello scrivente oppure no, ma ci è piaciuto e ci incuriosisce scoprire i tratti del suo autore,  proponiamo quindi ai nostri lettori di aiutarci a tracciare un profilo di questo, chissà, forse novello poeta. Chiunque voglia cimentarsi ci mandi le sue impressioni sia sul contenuto che sull’autore di queste due poesie e naturalmente anche le proprie. Le più interessanti verranno pubblicate.           

 

R I C O R D I


Appaiono e scompaiono,

riappaiono nitidi e distanti,

si rincorrono,

si sovrappongono

in un impasto di pulsioni e colori

per poi scindersi

in essenze schizofreniche.

Viaggiano in un tempo che non vuole passare,

ma fugge veloce, troppo veloce.

E’ già fu.

Come visioni oniriche senza tempo

sono per un attimo,

poi tornano là,

fino a quando qualcosa, qualcuno,

le chiamerà,

per un’altra effimera illusione.


NORMALITA’


Gravido di voli mucillaginosi

Risalgo l’erta china che qui mi portò.

Gonfio e secco per la penuria,

mentore di dionisiache crapule, arranco,

forte di aver leccato il fondo,

verso il luogo dell’eterna piattitudine.



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L'accento di Socrate