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Che cosa hanno fatto di male?

Il destino di nascere cavia



Che cosa hanno fatto di male i topini e le cavie per andarci sempre di mezzo, proprio non si sa; di fatto ogni esperimento, ogni studio farmacologico, essenziale o voluttuario, se si tratta di un cosmetico, li vede in causa. Ma purtroppo non sono i soli; a far parte del gruppo sacrificato sul fronte della ricerca scientifica ci sono anche cani e gatti randagi, che se stanno bene proprio perché si godono la loro libertà, a volte sono catturati ed usati dall’uomo. E se l’8 settembre il Parlamento europeo ha firmato una direttiva per ridurre queste torture, ugualmente sul fronte della pratica non è stato fatto molto. Ecco perché al momento della votazione parlamentare 40 europarlamentari se ne sono usciti dall’aula. Ma cosa succede in realtà e cosa vogliono i movimenti animalisti? Succede che sulla stessa cavia vengano testati o provato più e più volte sperimentazioni, che a cani e gatti vengano fatti interventi senza anestesia, che ai primati, ai macachi (già dimenticavo, ci sono anche loro) pure.

I difensori degli animali, a cui ci sentiamo di aderire pienamente, chiedono di sospendere queste torture ogni volta che sia possibile, ed eventuali, insostituibili esperimenti, vengano fatti in assenza di dolore, in anestesia generale ed una volta sola per ogni cavia. Nel nostro paese, a dire il vero, la legge è più severa che nel resto dell’Europa, da noi un topolino subisce un solo sfregio ed i randagi possono circolare in pace. Ma gli studiosi difendono le loro procedure, assicurando che almeno là dove la sperimentazione è inevitabile (altrimenti i test andrebbero fatti sull’uomo) gli animali sono accuditi e seguiti da un veterinario.

Sono comunque12 milioni, le cavie europee che ogni anno vengono trattate, e si parla di animali allevati in gabbia da generazioni, che vivono con tutte le attenzioni.

Vogliamo crederci, ma trattati bene, accuditi, per andare spesso a morire di farmaci, non credo che un uomo accetterebbe, no? Ammesso che la ricerca medica abbia bisogno di questo sacrificio, vorremmo essere certi che sia fatto quando è indispensabile. E vorrà dire qualcosa se nomi illustri come quello di Margherita Hack, Umberto Veronesi, Michela Brambilla compaiono nell’elenco di chi ha firmato la petizione contro tutto questo orrore?

Giuliana Pedroli





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