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Io, l'amante di Roberta Savelli, Rupe Mutevole edizioni, collana “Le relazioni" 
Nuova uscita ottobre 2018
                         

                        

L'amante, il titolo del tuo nuovo romanzo, ci conduce ad una condizione femminile antica come il mondo e nel tuo scritto metti in luce le relazioni femminili con grande maestria. Ci racconti da cosa nasce questo spunto?


Io, l’amante” nasce dal fascino, fortissimo, che ha esercitato su di me la figura di Cecilia Gallerani, divenuta l’amante di Ludovico il Moro a meno di 15 anni.

Ho voluto immaginare –al di là di quanto riferiscono i documenti- che almeno da parte di lei questa sia stata un’autentica storia d’amore vissuta con la trepidazione, la passione, le speranze di una giovane donna che conosce prima un’ascesa folgorante alla corte sforzesca e poi la disillusione cocente di essere messa da parte e sostituita nel cuore dell’uomo che ama. Un uomo che sente irrazionalmente ‘suo’, anche se è ben consapevole fin dall’inizio che la relazione non avrà futuro.

La vicenda di Cecilia si intreccia con quella di altre donne, alcune importanti, altre meno, solo apparentemente secondarie, accomunate in fondo dalla medesima condizione femminile dell’epoca, di soggezione all’altro sesso.

Per me Cecilia non è una figura lontana nel tempo, ma per il suo sentire molto, molto attuale, ‘moderna’, insomma...


Che differenza passa tra la figura dell'amante attuale e quella dell'epoca, il Rinascimento, alla corte di un uomo di potere?


Non vedo differenze. Certo la Gallerani, oltre alla bellezza, aveva un’ottima cultura e conoscenze inusuali per il suo tempo e per una donna, tanto da affascinare per questo non solo Ludovico, ma anche un genio come Leonardo.

Forse (ma solo forse...) al giorno d’oggi le giovani donne che s’accompagnano ad uomini di potere puntano maggiormente sull’avvenenza fisica, pensando che un corpo perfetto e un visino grazioso siano tutto quello che occorre per conquistare e tenersi il compagno.

Spesso scoprono con stupore che non è così.


Mi avete mai amata veramente, Ludovico? Avete davvero amato me, Cecilia, o solo la mia bellezza?’ scrivi nel tuo romanzo. Una domanda che ogni donna bella si pone. La relazione con la propria bellezza è una questione importante....


Sicuramente la bellezza per ogni donna è importante, inutile negarlo, forse anche a causa di condizionamenti che affondano nella notte dei tempi e che stentano a morire.

Oggi come ieri spesso ad una bella ragazza si aprono più facilmente le porte del successo... Altri valori come la sensibilità e l’intelligenza vengono apprezzati –diciamo così!- al... ‘secondo sguardo’!

Anche Ludovico è stato ammaliato prima di tutto dai lineamenti perfetti di Cecilia, solo in seguito dalla profondità intellettuale della fanciulla.


Quale messaggio pensi di aver lanciato con questo libro?


Un messaggio semplice, in fondo: ogni donna desidera essere amata per quello che è, sogna l’amore ‘perfetto’ e spesso s’inventa un sentimento che nell’altro non c’è. Razionalmente se ne rende conto, ma è disposta –pur di continuare a vivere questa illusione- a negare la verità anche a se stessa.

Proprio come Cecilia...


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