A volte si scopre in ritardo la propria vera natura sessuale, spesso la si nasconde per anni: spaventati dal mondo e da se stessi. Quando però il momento diventa propizio si può fare quello che gli americani chiamano coming-out (lett. venire fuori), la dichiarazione pubblica della propria omosessualità. In questo caso c'è un primo passo, parlarne con un'amica eterosessuale è un ammetterlo a se stessi per prepararsi a dirlo al mondo, passo più difficile e ricco di incognite. Ma Stella ha iniziato il suo percorso e le auguriamo la piena realizzazione di sé: come quando e vorrà. MGF
Il coming-out di un’amica
In un pomeriggio libero da impegni decido di andare a fare qualche fotografia qua e là per stare un po’ all’aria aperta e per rilassarmi. Vago senza meta, mi fermo in un parco, comincio a girare e a guardarmi intorno, non c’è tanta gente, la giornata è fresca e luminosa. Ad un tratto seduta su una panchina seminascosta vedo una figura a me famigliare. Mi dico che non può essere lei, eppure…. È stata una amica, tempo fa, poi ci siamo perse di vista e chissà perché l’amicizia si è spenta. Lei non mi aveva più cercata, io non l’avevo più cercata….Decido di fermarmi a salutarla anche se la vedo assente e assorta nei suoi pensieri. “Ciao” Alza gli occhi “Ciao” “Ciao Stella” (il nome è di fantasia) “Ciao Gina, che piacere vederti, come stai? Cosa fai da queste parti?” Potrei farle la stessa domanda. Mi guarda negli occhi. Nei suoi occhi leggo smarrimento, tristezza, forse ha anche pianto. “Come
stai tu? Non ci vediamo da tantissimo, un secolo direi. Io sto
bene, si tira avanti con le solite corse. Oggi sono però in
giro per divertirmi con le fotografie, mi sono presa un pomeriggio
di libertà e sono capitata qui per caso. Tu come stai, cosa
fai di bello?” “Ma
che fai - le dico- , - non sapevo fumassi, lo sai che il fumo fa
male. Ma se ritieni che possa farti bene…” E
io “Ma no, scherzi, sono ancora una sportiva, non fumo,
grazie” Ne
approfitto e le chiedo che cosa le è successo, perché
stava lì tutta sola e triste. Una volta mi confidava tutto, ora è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ci siam viste e forse non se la sente di parlare. Mi domando perché ci siamo perse. Aspetto in silenzio e intanto giocherello con la mia macchina fotografica che non ha ancora memorizzato nessuna fotografia. Ma
eccola che dice “Mi sono innamorata, innamorata di una
persona fantastica. Mi fa sentire importante, mi considera, mi
ascolta, mi apprezza per quello che sono, mi consiglia” “No” mi risponde e ancora silenzio. Non capisco, o forse non voglio capire. “Sono
ancora sposata e con mio marito va bene, o forse dovrei dire
andava bene, non lo so, faccio finta che vada bene” “È successo” mi dice “Non l’ho cercata, non so come possa essere accaduto, è successo ed ora sono settimane che sto male. Con lei sto bene, ci vogliamo bene, facciamo tante cose insieme quando possiamo vederci” Ha usato il pronome lei...continua e io l’ascolto, senza interromperla, non ho mai giudicato gli amori degli altri, ho sempre pensato che ognuno di noi possa e debba innamorarsi della persona giusta, quella che ritiene giusta. “Ha gli occhi blu sai!? È una sportiva come te ed è piena di iniziative, non sta ferma mai. Usciamo insieme per andare al cinema o per fare acquisti o solo a veder vetrine. Cose che invece ultimamente con mio marito non facciamo più. Con lei sto bene, mi ha fatto rinascere, mi sento giovane. Lei è più giovane di me e ha molta grinta e vitalità e mi sta contagiando con la sua forza e voglia di fare. Mi stavo spegnendo: casa, lavoro, casa e TV. Con mio marito non si fa più niente. Avevo bisogno di vita e con lei l’ho ritrovata” Scoppia a piangere ancora, ma questo mi sembra un pianto liberatorio, e alla fine sorride. Si alza. “Devo tornare a casa”. Ci salutiamo. “Non so cosa dirti, non sono la persona adatta per darti dei consigli o dei suggerimenti. Se con lei stai bene e sei contenta sono felice per te. Cosa ne dici se ci rivedessimo, quando vuoi, così se hai voglia di parlare ancora, ci sarò” Ci scambiamo i numeri di cellulare, un abbraccio e la promessa di risentirci. “Sii felice” le sussurro. Torno a casa anch’io, per oggi niente fotografie. Gina Di Dato
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