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Chi dorme non piglia pesci?


Lunedì, un giorno come tanti altri a parte essere lunedì, il giorno che viene dopo la domenica il che è tutto dire, comunque sia quel lunedì si presentava come ogni lunedì, poca voglia di lavorare e il pensiero al dì appena trascorso. La solita svogliatezza, sbadigli e trastulli accompagnavano la giornata di Filippo, un laureato per grazia di Dio che aveva ottenuto quel posto solamente per grazia ricevuta. Tutto procedeva come al solito, battutacce scontate con i colleghi, un caffè alla macchinetta in attesa di un altro caffè sempre alla stessa macchinetta, un pettegolezzo sulla solita facile collega che poco capiva l’italiano e via discorrendo nell’attesa che suonasse la campanella. Ma quel giorno la campanella non suonò. Era come se si fosse fermato i l tempo: tutti erano lì pronti a scattare verso l’uscita, ma la campanella non suonava. Cos’era successo? Tutti iniziarono ad interrogarsi tranne Filippo, era troppo assorto nei suoi pensieri del, scusate, cazzo, per accorgersi che la campanella non era ancora suonata nonostante il tempo fosse ormai passato da almeno cinque minuti. Qualcuno tentò un accenno di uscita misurando lentamente i passi, ma sarebbe stato troppo arbitrario e la direzione non si sa come l’avrebbe presa così, come il passo era avanzato oltre la linea così ritornò. Quando finalmente la campanella suonò tutti si precipitarono verso l’uscita: non era stato un errore o una dimenticanza del custode, ma un ordine della direzione, volevano osservare il comportamento degli impiegati di fronte ad una situazione particolare. Solo Filippo non si precipitò, forse non l’aveva nemmeno sentita e ciò gli valse l’apprezzamento della direzione che lo volle fare avanzare di grado ritenendolo, a torto, meritevole di una promozione.

Morale: non sempre chi dorme non piglia pesci, ma chi pensa di essere sveglio, in questo caso la direzione, può prendere un granchio.


Max Bonfanti, filosofo (Febbraio 2021 - Tutti i diritti riservati©)



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