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L’appuntamento



Aveva sempre fatto di testa sua, raramente aveva dato ascolto a qualcuno eppure era arrivato alla soglia degli ottant’anni senza troppi problemi, anzi possiamo dire che fosse arrivato alla soglia degli ottant’anni apparentemente in buona forma nonostante le troppe sigarette e le tante bevute. A dire il vero più volte aveva fatto prendere grossi spaventi alla figlia, pareva che fosse arrivata la sua ultima ora e poi, come per incanto, tornava ad essere quello di prima. Dopo che gli era morta la moglie in un incidente aereo, lui non c’era su quell’aereo solo perché il caso quel giorno volle così, più volte sua figlia gli aveva proposto di andare a vivere con lei, ma aveva sempre preferito starsene da solo insieme a tutte le sue cianfrusaglie che inevitabilmente avrebbe dovuto lasciare se fosse andato a vivere altrove.

Un giorno, mentre si recava come ogni giorno a comprare il suo solito quotidiano alla solita edicola sulla piazza in fondo alla strada in cui abitava da almeno quarant’anni, incontra un tizio che non aveva mai visto, dall’età indefinibile, vestito bene anche se un po’ antiquato, un cappello scuro a larghe tese gli copriva il capo e una barba sale e pepe ben curata faceva onore ad un ovale leonardesco. Completava la sua figura una vecchia borsa da dottore del far west impugnata da una mano inguantata. Eugenio, questo è il nome del nostro personaggio, rimase alquanto colpito da quella inusuale sagoma e sebbene non fosse tipo da dare confidenza a chicchessia, quando questi gentilmente gli chiese un’informazione stradale, si fermò di buon grado.

Non sono di queste parti” , disse lo sconosciuto,  “Saprebbe indicarmi dove si trova il Parco? “

Certamente, sto recandomi proprio là”

E sebbene non fosse vero, si incamminò con lo strano figuro verso il parco.

È molto strano che Eugenio si comporti così, oltre ad essere un tipo diffidente è anche scontroso e, a detta di molti, anche un po’ stronzo.

Non è il caso che si disturbi tanto, è sufficiente che mi indichi la direzione, non vorrei interferire con i suoi tempi”

Non si preoccupi, per me è un piacere, piuttosto, se non sono troppo indiscreto cosa la spinge ad andare lì in una giornata fredda e nebbiosa come questa?”

Non vorrei tediarla con i miei problemi di lavoro, ma devo incontrare una persona, ho già rimandato più volte, ma questa volta devo assolutamente incontrarla”

L’ha incontrata altre volte?

No, come le ho già detto ho sempre dovuto rimandare”

Quindi deve incontrarsi con una persona che non ha mai visto?”

Proprio così, le pare strano?”      

Non vorrei dire strano, ma forse un po’ rischioso, il parco in questa stagione è deserto, c’è solo qualcuno che va a farci scorrazzare il cane, non è molto consigliabile avventurarsi, con tutta la delinquenza che c’è in giro.”

Non mi preoccupa la delinquenza e anche se mi preoccupasse la lascerei da parte per porre la parola fine su una storia che si sta trascinando ormai da troppo tempo.”

Capisco.”

Mi scusi, ma cosa tiene in quella vecchia borsa, che ha tutta l’aria di essere anche pesante?”

Ha ragione, è pesante, racchiude i ricordi di una vita.”

Non volevo essere indiscreto, mi sono lasciato trasportare dalla curiosità”

Non importa, sono abituato a quella domanda”

Vuole dire che non sono il primo ad avergliela fatta?”

Assolutamente no, non ha idea di quante persone mi abbiano fatto quella domanda, ma mi dica manca molto ad arrivare?”

No, ci siamo quasi, dipende poi in che punto del parco deve andare”

Le istruzioni che ho sono semplicemente di passeggiare nel parco che ci avrebbe pensato lui ad incontrarmi”

Mi scusi, ma non ha un po’ di paura, si sta facendo anche buio”

Se lei ha paura può sempre  tornare indietro, non si preoccupi per me, me la caverò, non sarà certo la prima volta che mi capita di ritornare indietro da solo!”

Eugenio non capì subito quella strana battuta; il mattino seguente lo ritrovarono seduto su una panchina del parco, pareva che dormisse: l’appuntamento, questa volta, non era stato rinviato.

A cura di Max Bonfanti

 

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