Per la morte di un amico
Grande amico d’una fanciullezza derubata dei giovani padri vittime di folli dittature, quando io e te insieme andavamo e alla sera respiravamo il nostro tempo, sentivamo la vita e andavamo al futuro…
Mi dicevi che un giorno li avremmo solcati i mari tempestosi della vita e intanto scrutavi deciso con il fare dell’uomo cresciuto prima del tempo.
Noi crescevamo ma tu intanto partivi alla scoperta del mercato dei grandi, mentr’io avrei voluto trattenere la mano di quel doloroso addio.
Ho impressi nel cuore e ancora e per sempre i ricordi che pesano, le mancate avventure i rimandi perenni, le promesse gli imbrogli e a sognare che tutto s’involi.
E io che non volevo più stare dove la fanciullezza è mancata per sempre dove l’amico più caro è partito nel momento più cupo della mia fragilità oscurando ogni mio più roseo orizzonte…
Ora che gli anni son densi di cose e nessuna memoria ne addolcisce il ricordo io ti ritrovo nel tempo perduto e insieme con gli anni i ricordi diventano sangue.
Caro e grande amico, è bello poter nominare e rifare le cose e inventare magari parole mai dette fra noi parole che forse avremmo ancora voluto dire ma che la tua morte precoce ha dissolto per sempre…
Giovanni Milazzo
Condividi i tuoi commenti con noiGRUPPO DI DISCUSSIONE SU FACEBOOK: CLICCA L'ACCENTO DI SOCRATE |
|
L'accento di Socrate |