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Per la morte di un amico



Grande amico d’una fanciullezza derubata

dei giovani padri vittime di folli dittature,

quando io e te insieme andavamo

e alla sera respiravamo il nostro tempo,

sentivamo la vita e andavamo al futuro…


Mi dicevi che un giorno li avremmo solcati

i mari tempestosi della vita

e intanto scrutavi deciso

con il fare dell’uomo cresciuto

prima del tempo.


Noi crescevamo

ma tu intanto partivi

alla scoperta del mercato dei grandi,

mentr’io avrei voluto trattenere la mano

di quel doloroso addio.


Ho impressi nel cuore

e ancora e per sempre i ricordi che pesano,

le mancate avventure i rimandi perenni,

le promesse gli imbrogli

e a sognare che tutto s’involi.


E io che non volevo più stare

dove la fanciullezza è mancata per sempre

dove l’amico più caro è partito

nel momento più cupo della mia fragilità

oscurando ogni mio più roseo orizzonte…


Ora che gli anni son densi di cose

e nessuna memoria ne addolcisce il ricordo

io ti ritrovo nel tempo perduto

e insieme con gli anni

i ricordi diventano sangue.


Caro e grande amico,

è bello poter nominare e rifare le cose

e inventare magari parole mai dette fra noi

parole che forse avremmo ancora voluto dire

ma che la tua morte precoce ha dissolto per sempre…


Giovanni Milazzo



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