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Comprendere non basta


I ragazzi vanno compresi, questa è diventata la frase simbolo di un certo approccio ai giovani, frase che oscura un aspetto fondamentale della crescita: l’educazione. Naturalmente non nego il valore del comprendere che in questa accezione significa entrare nella mente, abbracciare un’anima, mettersi nei panni del ragazzo e in buona sostanza capirlo. Ma un adulto, qualunque sia il suo ruolo nella vita del bambino e del futuro adolescente, deve prima di tutto educarlo, deve e-ducere, condurre fuori il meglio delle risorse interiori ed allo stesso fornire regole di convivenza civile ma anche regole per condurre una vita interiore equilibrata. Oggi il termine educare viene troppo spesso messo da parte così come la sacra azione che comunica. Gli episodi estremi di cronaca scioccanti come la dodicenne uccisa in Germania da due coetanee ci devono mettere in guardia, l’indignazione non basta, per passare ad una nuova visione dell’educazione. Freud ha scoperto il Super Io, l’istanza psichica delle regole genitoriali e sociali, un’istanza che ai suoi tempi era rigidissima al punto da castrava metaforicamente la vita delle persone, pensiamo alla repressione sessuale e alle conseguenze nevrotiche che portava con sé. Oggi, nell’epoca della estrema libertà di vivere la sessualità anche in pubblico, possiamo affermare quanto il Super Io si sia depotenziato e se da una lato è meglio dall’altro ciò rappresenta una debacle, una sconfitta clamorosa. L’educazione rigida crea un certo controllo nell’agire ma dona la grande opportunità di infrangere la regole. Quali regole può infrangere chi non ha ricevuto regole? Chi non è stato educato? Meglio lottare contro un Super Io esagerato per elaborarlo e quindi conquistare l’equilibro. E così ci sono adolescenti come Cristina (nome di fantasia) che giunge ad un colloquio con la gomma da masticare che fa ruotare sbattendo freneticamente e rumorosamente la bocca e mentre ascolta un po’ distrattamente le parole che le sto propinando non soddisfatta fa palloncini con la gomma tra le labbra. “Guarda che non è buona educazione masticare la gomma in questa situazione”. Risposta “Ma lo fanno tutti” “Beh, qui non si fa”. Con malcelato disappunto la mette in un fazzoletto e la butta nel cestino. Cosa trarre da queste parole di Cristina? Prima di tutto che è non educata e secondo che segue la massa dei maleducati senza rendersi conto che non tutti mettono in scena un comportamento così inaccettabile. Il buonismo, origine del peggiore dei mali, direbbe che i ragazzi vanno compresi (sono stressati, nervosi, l’adolescenza è un periodo difficile…) omettendo il faticoso ma proficuo compito di educare. Comprendere e basta è molto più facile.


Maria Giovanna Farina (Ottobre 2024- Tutti i diritti riservati©)


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L'accento di Socrate