Quando i filosofi ci parlano di Amore
Lo studio sull'amore viene da lontano, hanno iniziato i filosofi antichi vissuti cinque secoli prima di Cristo come Empedocle e Platone e quelli moderni del '600 come Renè Descartes: in questo modo hanno ispirato i contemporanei. Quante verità possiamo trovare nelle loro parole se solo ci mettiamo in ascolto liberi da condizionamenti creati spesso da ammiccanti teorie, quanti suggerimenti essenziali generati da osservazioni reali possiamo cogliere in ciò che ci hanno tramandato. Ci sono cose che non appartengono né al solo corpo né alla sola anima ma all'unione di entrambi: una di queste è l'amore. La riflessione ci appare del tutto contemporanea invece è stata fatta dal filosofo René Descartes (Renato Cartesio) nel suo libro Le passioni dell'anima pubblicato ad Amsterdam nel 1649, poco prima che il filosofo francese morisse nel 1650. Amo sottolineare, e lo faccio ogni volta si presenti l'occasione, quanto ciò che è teorizzato dai contemporanei in realtà sia molto spesso ripreso e, a volte purtroppo copiato, dal pensiero dei filosofi antichi e in generale del passato. Non fermiamoci però alle pochezze umane bensì consideriamo alcuni spunti del pensiero cartesiano tanto utili alla nostra esperienza quotidiana nel campo dei sentimenti. Egli fu un grande matematico ma non solo, prova ne è la sua suddivisione dei diversi tipi di amore: davvero degna di nota. Nel testo infatti dice che “affezione" è quel amore per gli oggetti che stimiamo meno di noi (come un fiore o un uccello), "amicizia" quel amore che proviamo per qualcuno che stimiamo pari a noi, e infine la "devozione" è l'amore verso qualcosa che stimiamo più di noi (come la divinità o il principe). Ciò che Descartes intende indicare con il termine devozione non è forse lo stesso grado di sentimento provato per qualcuno di cui siamo innamorati? Sicuramente nel momento topico dell'amore stimiamo il nostro innamorato più di noi stessi, naturalmente se è davvero amore ciò che proviamo per lui, altrimenti non ridimensioneremmo la nostra libertà. Quando si vive in coppia da due si diventa uno e, senza perdere la nostra individualità, nella fusione viene un po' meno l'io per dar spazio al noi. Col tempo il rapporto diventa stabile e dalla devozione iniziale, che in amore deve essere sottomissione assolutamente spontanea, si passa alla parità. Non è subordinazione nel senso di sottomettersi a qualcuno, ma nel significato di mettere l'altro su una sorta di piedistallo perché è la persona per noi più importante. Il devoto però lo è per tutta la vita, mentre l'innamorato può liberamente disinnamorarsi. Sicuramente non è la stessa passione che si prova per la divinità in quanto con Dio non c'è un corporeo scambio affettivo, ma ciò che ci muove è lo stresso ardore. Quando ci innamoriamo di qualcuno o di un'idea poco cambia, ci buttiamo a capofitto, siamo devoti e a noi stessi pensiamo con meno intensità: è il nostro oggetto d'amore ad avere la priorità su tutto. Attuale anche la definizione che Decartes fa dell'amicizia considerata amore per una persona che stimiamo uguale a noi, non di più né di meno. L'amicizia è infatti una relazione di stima reciproca che a differenza dell'amore non prevede una passione potente simile all'amore verso la divinità. Nella relazione di coppia c'è, a differenza dell'amicizia, anche il sesso di cui il Nostro non dimentica di annoverarne il senso. Per Descartes esso è un'inclinazione da cui scaturisce un desiderio chiamato amore che non è però la passione di chi è innamorato. Con ciò ci fa notare come il desiderio sessuale possa esistere anche svincolato dall'amore e ciò è una verità inconfutabile. L'amore per gli animali è considerato da Descartes solo affezione, del resto anche i grandi commettono errori e pur non riuscendo a perdonare il suo considerarlii come oggetti, non possiamo negare che ancor oggi si fanno differenze tra gli animali da compagnia e animali da macello o da laboratorio. Ancor oggi, nonostante le battaglie animaliste, mettiamo in atto atroci discriminazioni. Possiamo concludere affermando che i diversi tipi di amore sono stati riconosciuti fin dai tempi passati e se oggi continuiamo ad amare con una certa cognizione è anche merito di chi l'amore lo ha studiato e vissuto prima di noi. La consapevolezza del nostro amore, al di là di ogni studio sull'argomento, nasce dall'esperienza personale che sola può dirci se stiamo amando davvero. L'argomento amore interessa l'essere umano da sempre perché amare fa parte del nostro essere e perché solo amando davvero possiamo sconfiggere l'odio per vivere in armonia la nostra umile esistenza. Maria Giovanna Farina (ottobre 2024 - Tutti i diritti riservati©)
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L'accento di Socrate |