La storia
Una lettera di Horkheimer del 16 marzo 1937 sul problema dell’incompiutezza della storia: «[…] L’ingiustizia passata è accaduta e compiuta. Gli uccisi sono realmente uccisi…. Se si prende sul serio l’incompiutezza bisogna credere al giudizio universale…forse in relazione all’incompiutezza sussiste una differenza tra il positivo e il negativo, in modo che soltanto l’ingiustizia, l’orrore, i dolori del passato sono irreparabili. La giustizia esercitata, le gioie, le opere si riferiscono altrimenti al tempo, poiché il loro carattere positivo è ampiamente negato dalla caducità. Questo vale innanzitutto nell’esistenza individuale, nella quale non la felicità, ma l’infelicità è suggellata dalla morte». Il correttivo di questi ragionamenti sta nella riflessione che la storia non è solo una scienza, ma anche e non meno una forma della rammemorazione (Ein-gedenken). Ciò che la storia ha «stabilito», può essere modificato dalla rammemorazione. La rammemorazione può fare dell’incompiuto (la felicità) un compiuto e del compiuto (il dolore) un incompiuto. [N 8, 1] Walter Benjamin, Parigi capitale del XIX secolo, a cura di Rolf Tiedemann, ediz. it. a cura di Giorgio Agamben, Einaudi, Torino 1986, p. 611
Testo scelto da Rosalba Maletta * ricercatrice e docente di Germanistica (Università Statale Milano) Se vuoi commentare lo scritto blog.libero.it/accentodisocrate/
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