CHI SIAMO

ARCHIVIO

REDAZIONE/CONTATTI/COLLABORA





Socrate mani di forcipe? La nascita di un sogno

 

Bando alle polemiche, perché le metafore (ci) servono. Le metafore ci fanno venire fuori dalla protezione uterina se per metafora intendiamo il sogno.

Socrate: mani di forcipe? Sì, lo è. Tutti i grandi maieuti lo sono, lui più di tutti. Fanno da tramite per “tirare fuori” ciò che ognuno di noi ha dentro di sé. A volte il tirar fuori è brutale e senza sconti; lui sa essere madre e padre, tenero e forte: quando l'ora della nascita arriva non si può aspettare. Le guide sagge come fari, illuminano la via per imboccare la giusta strada; fortezza e pazienza sono le virtù di cui si servono per orientare e sostenere le difficoltà del vivere.

Socrate è tutto ciò: anche di più. Appunto, è mani di forcipe: perché ogni ri-nascita porta con sé quello strappo sapiente e necessario, fondamentale per venire alla luce, soprattutto se le complicazioni impediscono la ri-uscita. Quella seconda e continua uscita che “ci mette in dialogo”, ci fa passare attraverso e oltre il muro del silenzio, ci spinge al confronto.

Ogni essere umano chiede di venire al mondo. Non solo una, ma più volte: la ri-nascita non ha fine. Ogni essere umano, che lotta per esistere  e  non per sopravvivere a se stesso, è invitato a credere nel divieto di calpestare i propri  sogni e quelli altrui. Ogni sogno, infatti, può solo nascere o solo morire. E per morte intendiamo la morte, quella senza mezzi termini. A volte il sogno per nascere non può affidarsi al solo desiderio ma ad una levatrice “armata” come la barca in partenza per un lungo viaggio.

Un sogno, quindi, necessita di venire al mondo e di proseguire, passo dopo passo: non è solo, ma  accompagnato da tutti coloro che  contribuiscono a dare terra e radici. Si sogna per mare o per terra, si sogna nell'elemento madre e anche in un altrove in(de)finito.

E fra quei tutti, quei sognatori con i piedi per terra, Socrate, mani di forcipe, colui che invita al dialogo in nome dell’onirico stramaledettamente umano e orientato al Divino, che esiste in noi, c’è e ci sarà. Ancora, ancora, ancora: finché noi lo vorremo.

Barbara Gaiardoni http://barbaragaiardoni.altervista.org/blog/

Maria Giovanna Farina http://www.mariagiovannafarina.it/

Scrittura a quattro mani - © Riproduzione vietata

Condividi i tuoi commenti con noi

GRUPPO DI DISCUSSIONE SU FACEBOOK: CLICCA L'ACCENTO DI SOCRATE



Torna indietro

L'accento di Socrate