Il Valore e l’Onore
Un tale, un giorno assestò un calcio a Socrate perché non gradiva il suo moraleggiare, stimolato a chiederne il castigo, rispose di non poterlo fare poiché i calci dell’asino non erano mai stati chiamati in giudizio e l’adirarsi contro costoro è come metter mano alla spada contro le mosche. Reputazione, onorabilità, onore hanno il sapore d’altri tempi eppure sono più che mai attuali poiché concorrono a formare il valore percepito di una persona e del suo lavoro. Una buona reputazione costruita in decenni di lavoro può venir distrutta in una manciata di minuti da parole sparate come pallottole. L’ordinamento giuridico prevede una serie di strumenti a difesa dei diritti della personalità tra i quali fanno parte reputazione e onorabilità. L’art. 595 del codice penale sanziona chi commette reato di diffamazione e offende l'altrui reputazione in modo verbale o scritto specie se a mezzo stampa o pubblicitario. Shakespeare in Otello III diceva: “ Il buon nome, mio caro signore, sia per l’uomo che per la donna è il gioiello immediato delle loro anime. Se uno mi ruba la borsa, ruba dei soldi, è qualcosa e non è nulla, erano miei, ora son suoi, come già furono di mille altri. Ma chi mi truffa il buon nome, mi porta via qualcosa e non arricchisce lui e fa di me un miserabile”. Oggi come ieri, quando ci si sente feriti nell’onore si scatenano emozioni forti. E le emozioni quando sono inconsce e non gestite, sconfinano in reazioni rabbiose distruttive verso sé stessi o verso gli altri. Tra onore e valore la differenza è profonda e merita una riflessione: un’offesa all’onore colpisce la vita sociale, l’onore è legato alle relazioni esterne, una persona che ha sviluppato una buona relazione con la propria interiorità può però essere attaccata nell’onore conservando intatto il proprio valore. Ed è vero anche il contrario. E’ un’alchimia rara che il valore interiore di una persona coincida con il riconoscimento sociale ed economico e quando succede possiamo definirlo un vero successo. Quello che pensa tizio o dice caio sul nostro conto influenza l’immagine che gli altri hanno di noi, condiziona le relazioni e di conseguenza l’agire degli altri nei nostri confronti ma dare troppa importanza all’opinione altrui ci rende vulnerabili e mette a rischio il benessere psicofisico poiché quasi mai l’opinione degli altri corrisponde al nostro vero valore ma solo a quello sociale e apparente che raramente coincide con quello autentico. Conoscere il passato fa comprendere e governare meglio il presente: storicamente l’onore era in mano, anzi, sulla punta della lingua di chiunque, dipendeva da ciò che un qualsiasi altro diceva e poteva andare perduto non appena a chicchessia fosse passato per la testa di oltraggiarlo e il disonore era un colpo mortale che doveva essere lavato col sangue. Un tempo, contro offese e ingiurie ci si appellava al duello, si usavano forza e destrezza fisica invece della ragione e riguardo al giusto e l’ingiusto non decideva ciò che ciascuno aveva fatto, ma, secondo il principio del point d’honneur, ciò che aveva subito. Questo pezzo di Diderot sull’onore è un gioiello da collezione: “Due uomini d’onore, uno dei quali si chiamava Desglands, fanno la corte alla stessa donna. Un giorno le siedono di fronte a tavola, l’uno accanto all’altro, Desglands si dà da fare per attirare su di sé l’attenzione della donna, ma lei non sembra udirlo mentre il suo sguardo si posa sul suo rivale. Allora la mano di Desglands, che proprio in quel momento stringe un uovo fresco, per effetto della gelosia si contrae facendo esplodere l’uovo, il cui contenuto schizza in faccia all’altro e, non appena la mano di questi accenna a muoversi, Desglands l’afferra, sussurrandogli all’orecchio: “Monsieur, è come se l’avessi ricevuto”. Ne segue il duello: il giorno successivo, Deslands compare con una larga benda nera rotonda sulla guancia destra, l’avversario viene ferito in modo grave, ma non mortale, dopo che l’avversario si è ristabilito, segue un secondo duello: Desglands ha di nuovo la meglio, la cosa si ripete cinque o sei volte e ogni volta riduce la benda finché l’altro ci lascia la pelle”. L’onore dunque era più importante del valore che attribuiva a sé e alla propria vita. Saggio è chi cammina per la sua strada e governa la sua barca ascoltando la voce dentro che gli indica la rotta senza prestare troppa attenzione al blaterare dei poveri di spirito. Per dirla alla Vincenzo Monti: “Bisogna tener alta la fronte e passare con dignità attraverso le ingiurie de’ tristi”. La giurisprudenza prevede sanzioni a tutela dell’onore ma è sul senso del valore che si fonda una personalità sana e forte che sappia governare venti ed eventi, attacchi e crisi fluttuando tra le tempeste della vita mantenendo saldo il timone. Antonella Lucato (Tutti i diritti riservatiŠ)Antonella Lucato, scrittrice. Ha pubblicato diversi saggi sulla comunicazione, il linguaggio e il potere delle parole. Parole Pallottole, Difendersi dalla violenza delle parole è il nuovo saggio-racconto. Da marzo in libreria www.edizioni-psiconline.it
Antonella Lucato è scrittrice, autrice, giornalista. Ha pubblicato saggi, racconti, poesie e aforismi. Gli studi universitari, una lunga carriera nella comunicazione, l’approdo alla scrittura con i suoi diversi linguaggi espressivi fanno dell’autrice un’alchimista della parola. I suoi articoli sono pubblicati in diverse testate nazionali ed internazionali.
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