Siamo in relazione con gli altri
All’inizio del 2021 ricordo, a chi mi chiese come immaginassi sarebbe stato quell’anno dopo l’indimenticabile 2020, di aver risposto: - Non potrà essere certo peggiore! – riferendomi al Covid. La fiducia nei nostri e di tutto il mondo ricercatori, nell’evoluzione rapida della medicina ma anche il conforto di appartenere ad uno Stato che vigila sulla salute pubblica, non mi hanno permesso di scivolare nel totale sconforto. A discredito del mio un po’ troppo azzardato prognostico invece per me lo è stato, non a causa del Covid bensì per due eventi personali forti. Il primo riguarda l’improvvisa scomparsa di mia madre con tutto quello che ne è derivato per me e i miei fratelli: oltre al grande dolore, l’espletamento delle pratiche burocratiche per la gestione della successione, le incombenze rimaste in sospeso nonché il penoso compito di sgombro della casa dalle sue cose. Il secondo è un intervento chirurgico complesso, ed anche un po’ sofferto aggiungerei, a cui mi sono sottoposta a poca distanza dalla sua morte, quindi privata del suo prezioso sostegno, prenotato in precedenza ed ormai già confermato. Durante questo mese di gennaio 2022 ho avuto modo di riflettere su questi accadimenti così ravvicinati ed intensi, entrambi portatori di non poche conseguenze nel mio presente e prossimo futuro. Cercarne il senso sarebbe cosa buona e giusta per togliere tormento all’anima ed al corpo che somatizza ma forse solamente una perdita di tempo. Osservando i miei a fianco dei più salienti(come la pandemia) che caratterizzano questo tempo, vicini e lontani, ho riscontrato emettere un messaggio comune che sta agendo in me come deterrente alla tendenza mia di questi ultimi anni ad auto isolarmi: vuoi perché vivo disagi dovuti a problemi di salute che inficiano la mia autostima, vuoi perché in questa società non mi ci rispecchio, e cioè che abbiamo sempre più bisogno degli altri. Anche se si possiede un forte spirito di indipendenza e sembra che riusciamo a cavarcela da soli è un’illusione, ci sarà sempre qualcosa per cui dobbiamo chiedere aiuto. Quindi il dipendere gli uni dagli altri non va a parer mio visto come una reciprocità dettata dalla debolezza ma al contrario come un vero ed inesauribile scambio di forza, a cominciare dal sorriso. Donatella Liguori (Febbraio 2022 - Tutti i diritti riservati©)
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L'accento di Socrate |