Illusione: ispirazione nata dall'ultimo film di Woody Allen
Illusione, inganno dei sensi o realtà creata dalla nostra fantasia: quanti filosofi e pensatori hanno argomentato su questo tema! Vero è che le illusioni auto-indotte o insinuate in noi dagli altri ci accompagnano per tutta la vita talvolta come pericolose occasioni che sanno solo crearci pesanti disillusioni, mentre in altre circostanze possono aiutarci a vivere, soprattutto quando la ragione non ci consente di accettare la realtà così come è. Il nuovo film di Woody Allen “Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni” rivaluta proprio l'illusione. Una vecchia ingenua signora delusa dalla psichiatria sceglie di farsi aiutare da una cartomante sensitiva, tutta la vicenda si snoda in un intreccio di relazioni famigliari: una figlia ed un genero in crisi che guardano “altrove” alla ricerca di qualcosa che rivitalizzi, un marito che si innamora di una giovane squillo e si fa prosciugare il patrimonio e la signora che dalla cartomante si fa guidare con fiducia alla ricerca dell'uomo dei sogni. Troverà un sognatore come lei e insieme il regista ce li dipinge come una futura coppia felice, grazie alla forza curativa dell'illusione molto più potente della fredda ragione. Impossibile non pensare alla storia personale di Woody Allen: reduce da un ventennio di analisi e critico nei confronti del suo psicoanalista: pensare che abbia messo in scena se stesso credo non sia un azzardo, supporre che la sua lunga analisi lo abbia un po' intossicato anziché curarlo è plausibile immaginarlo. Del resto ci aveva avvertito cinque secoli prima di Cristo il filosofo e sofista Gorgia da Lentini quando ricordava che le parole sono come un farmakon, una medicina: a dosi eccessive diventa un veleno mortale. E allora Allen, deluso dalla ragione, ricorre all'illusione. Noi, amanti e cultori della filosofia, non possiamo essere manichei e rifarci in forma esclusiva o all'una o all'altra delle due: una vita esclusivamente razionale fa perdere di vista ciò che va oltre l'apparenza e ci chiude in un mondo fatto solo di rigide regole che discendono dalla matematica, una vita vissuta invece nell'illusione totale ci fa prendere fregature quotidiane. Un'esistenza sorretta dall'illusione ci fa credere in un deus ex machina da tragedia greca che, sempre pronto all'occorrenza, pensa a tirarci fuori dai guai impedendoci tra l'altro di crescere, un'esistenza immersa nell'illusione più totale ci fa sperare e narcotizzandoci ci impedisce di percepire quella spinta all'agire indispensabile per produrre e creare. Una vita condotta all'insegna della pura ragione ci impedisce di cogliere le sfumature dell'irrazionale, quel mondo invisibile che già Platone scoprì ai tempi del suo dialogo Menone, un mondo che non si vede ma si percepisce e si comprende anche attraverso quei moti dell'anima che sono i sogni, i lapsus, gli atti mancati di cui il padre della Psicoanalisi ci rese edotti: l'inconscio, l'Id, quella una zona neutra nella quale tutto si contiene e nulla va perduto. Allora forse, in quest'ottica, l'illusione non è poi sempre male se oltre l'apparenza che essa ci mostra noi sappiamo cercare quel mondo nascosto che condiziona il nostro esistere e con il quale è bene famigliarizzare.
Maria Giovanna Farina |
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