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Pensiamo positivo, pensiamo positivo, pensiamo positivo…

chissà che non funzioni!



Provate a seguire, come ho fatto io, due o tre notiziari televisivi con a fianco una penna e un blocco, e il foglio del blocco diviso in due, la parte positiva e la parte negativa. Rimarrete stupefatti, perché lo diciamo tutti che le notizie del telegiornale sono sempre brutte tristi drammatiche, ma vederle scritte sul vostro foglio e vedere la colonna dei fatti negativi e criminali allungarsi continuamente mentre quella delle notizie rosee stare ferma al primo o al secondo scritto, vi assicuro vi lascia allibiti. Eccoci qui ancora una volta a scrivere di cose poco belle, di cose che permeano la nostra quotidianità senza che in fondo scalfiscano il nostro modo di vivere, perché pensiamo che quello che tocca gli altri non sta toccando a noi. Questo è un po' il concetto generale, quello che pensiamo tutti, ma se analizziamo profondamente queste vicende dall'Interno vediamo quanto il male agisca nella vita di tutti i giorni. E questo non è né un discorso religioso né teologico né morale, è un dato di fatto, il male c'è, il male entra nell'animo umano anche di quelle persone che sono i nostri vicini di casa e che tutti diremmo essere persone perfettamente a posto. Faccio qualche esempio anche se so che non ce ne sarebbe bisogno, ma la baby-sitter dolcissima coi bambini degli altri che seppellisce i suoi due neonati; il ragazzo studioso perfetto a scuola e in casa che stermina la sua famiglia; il marito che sembrava parte di una coppia serena che accoltella la moglie, la mammina che dimentica la sua creatura... Ma non erano tutte così brave persone? che cosa spinge questi soggetti a compiere gesti orrendi? Dove stiamo andando a finire? Anche perché quando c'è qualche fatto di cronaca tutti dicono - ma era un vicino così dolce, socievole, “normale” …Forse all'apparenza o forse lo era veramente, ma che cosa gli bruciava dentro, lo agitava e scatenava queste terribili azioni? Siamo arrivati al punto di dubitare di chi abbiamo vicino; chissà, il mio vicino è così solare mi accoglie sempre con affetto, sarà così per sempre o un giorno mi suonerà il campanello e mi accoltellerà? La mia vicina che mi porta le lasagne così buone che fa di solito la domenica, chi mi dice che un giorno si stanca di questa bella abitudine e mi viene a fracassare la testa? Sono pensieri che dovrebbero fare paura, ma stranamente io in fondo paura non ne ho. Ho sempre tanta fiducia nelle persone e questo mi fa vivere bene; se un giorno dovesse capitare che incontro uno scriteriato di questo tipo, vabbè pazienza, vorrà dire che era il mio destino, il mio momento! E non ho paura nemmeno di diventare anche io come loro; sono una persona mansueta raziocinante dolce generosa pur con tutti i miei difetti, vuoi che il male entri nella mia anima e un giorno mi renda così aggressiva da fare male a qualcuno? Non lo penso assolutamente e non lo temo, però sono stanca di continuare a sentire queste cose, leggerne parlarne discuterne. I vari programmi di approfondimento in televisione sviscerano da qualsiasi punto di vista psicologico neurologico sociologico le vicende, ma non giungono a nessuna conclusione. E allora che cosa si può fare per migliorare una situazione che ciclicamente ritorna, sì, perché adesso sentiamo tanti brutti fatti di questo momento, ma ci sono stati anni passati in cui altre brutte cose si sono susseguite. A cicli viviamo avvenimenti e momenti più tranquilli ed altri più problematici, e adesso ci siamo dentro di nuovo. Se poco o nulla si può fare nel mondo degli adulti, credo si possa invece lavorare su un terreno fertile come quello dei nostri giovani che in questo momento vivono gravi disagi. Recenti studi commissionati da Fondazione Cariplo ed Intesa, hanno pubblicato un bilancio spaventoso.

Cito testualmente:“nel 2022, 137 mila bambini e adolescenti si sono rivolti al SSRegionale per disturbi neuropsichici, più di 17 mila assumono psicofarmaci, 7mila hanno subito un ricovero almeno una volta.”

Cosa crea questo malessere grave? C’è chi punta il dito contro famiglie assenti, chi contro famiglie che al contrario creano troppe aspettative, chi indica nella mancata educazione sentimentale o affettiva (e questo soprattutto nei maschi) il motivo per cui i giovani non si sanno raccontare…. Nella società attuale, in cui bisogna che tutto sia perfetto e bello, l’inadeguatezza che vive un giovane può fare danni ed a furia di essere compressa, messa in un angolo dell’anima, alla fine può esplodere in avvenimenti drammatici e spesso incomprensibili come quelli che la cronaca recente ci racconta. Grande importanza ha la scuola, oltre la famiglia, e ce l’hanno anche i centri di aggregazione dei nostri ragazzi che si devono dotare di esperti sempre a disposizione per l’ascolto il consiglio e l’individuazione di momenti di aggressività o di troppa pacatezza, che vanno interpretati nel modo giusto. Ma grande importanza può avere anche ciascuno di noi: aiutiamoli i nostri ragazzi, siano essi allievi figli nipoti; guardiamoli negli occhi e rassicuriamoli ogni volta che si rivolgono a noi. Alla fine io penso che ognuno possa sviluppare una energia positiva dentro ed intorno a sé: cronaca nera? non ne parliamo non ci pensiamo non ne discutiamo, non creiamo situazioni che possono essere emulative, ma lavoriamo con generosità con cose belle con amicizia, circondiamoci di gesti affettuosi, di bontà, di buone letture, di arte. A qualche cosa serviranno questi pensieri positivi, a qualche cosa servirà fare del bene intorno a noi, sarà una banalità, ma visto che il mondo animale è sicuramente migliore del mondo degli uomini, se noi imparassimo dai nostri amici animali ad essere affettuosi generosi a dare tutto con il cuore senza voler niente in cambio, forse, dico forse, il mondo sarebbe migliore. Però vi faccio una promessa che spero di poter mantenere: la prossima volta che ci ritroviamo su queste pagine sarà per parlare di una cosa bella.

Giuliana Pedroli, giornalista (Ottobre 2024 - Tutti i diritti riservati©)


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