L'importanza del silenzio
Mi hanno regalato un libro che inizia così: “Questo libro è nato nel silenzio...”, una frase che mi ha colpito, una frase che è esplosa nella mia testa e mi ha fatto sentire quanto anche per me il silenzio sia importante e quanto faccia parte della mia vita. Viviamo in un periodo storico in cui a ogni ora del giorno ci troviamo in mezzo a rumori frastuoni parole discussioni grida e polemiche... Qualcuno magari subisce, qualcuno è abituato così, qualcuno invece a malapena tollera questa frenesia. Ma è possibile che dentro la testa, che dentro il cuore non si senta l'esigenza del silenzio? Soprattutto in questi mesi così difficili, così chiusi, che ci hanno tenuto lontano dagli altri; mesi in cui tutti possiamo dire di aver toccato con mano la presenza del silenzio anche nelle nostre stanze, è possibile non averne sentito l’importanza? Questi giorni durissimi a molti hanno creato problemi, qualcuno invece li ha amati, e questo qualcuno è sicuramente una persona che sta bene con se stessa, che non ha paura della solitudine e quindi non ha paura di sentire la voce del silenzio. Voce che non è vuoto, che non è buco nero, ma uno stato che al corpo e all'anima può fare solo bene. Lo dice la scienza stessa: vivere il silenzio fa bene sempre, al corpo, all’anima e quindi alla salute. Non sarà un caso che quando dobbiamo riordinare le idee, organizzare un lavoro, scrivere qualche cosa abbiamo bisogno che intorno a noi tutti facciano silenzio. Addirittura spesso ci chiudiamo in un locale dove sentiamo solo la voce dei nostri pensieri. E altrettanto non sarà un caso che siano sempre più numerosi gli incontri i ritiri le meditazioni che vengono organizzate dalle più varie associazioni, proprio per far incontrare l'uomo con il suo io più profondo. Lezione di yoga, incontri spirituali, ritiri negli eremi, sono eventi che sempre più frequentemente vengono organizzati da più parti. Questo sta ad indicare che sempre più si avverte l'esigenza del silenzio e sempre più importanza viene data all'incontro di ogni persona col proprio io. In fondo questo è quello che succede a ognuno di noi quando la sera ci troviamo con noi stessi prima di addormentarci. C'è chi ha l’abitudine di dedicare del tempo prima di dormire proprio per parlare con se stesso per riordinare i suoi pensieri e fare un suo personalissimo bilancio quotidiano. Anche nelle relazioni con gli altri il silenzio è un linguaggio per comunicare, un modo per dire senza parole quello che vogliamo che arrivi al cuore di tutti. In questo momento mi viene in mente quel silenzio così forte ed altrettanto rumoroso che ha accompagnato il Pontefice in alcune delle sue visite più importanti. Per esempio ad Auschwitz, o durante il primo lockdown, quando ha attraversato piazza San Pietro per arrivare al Crocifisso solo e senza parole. È stato un grande impatto, un grande comunicare a noi la forza di quel momento. Ma vivere periodi di silenzio può essere anche voler dire che abbiamo bisogno di comunicare con noi stessi, perché solo nel silenzio riusciamo a sentire i nostri pensieri i nostri dubbi i nostri sentimenti più profondi e la voce della nostra anima.
Ecco perché è così importante ed ecco perché è davvero un'ottima cosa riuscire a procurarci, nel corso delle nostre giornate, dei momenti solo nostri, dove i rumori sono quelli non della musica delle chiacchiere delle automobili, ma solo i brusii della nostra casa o della natura. Certo l'esperienza del silenzio è assolutamente personale e, come dicevamo, c'è chi la vive bene chi la subisce chi la cerca. La vive bene colui che ha bisogno di avere intorno a sé la pace che consente concentrazione; la subisce chi non è capace di stare con se stesso e la cerca chi invece ha bisogno di momenti intimi. Non si dice da sempre che andare in mezzo alla natura, nel silenzio della natura si vivono momenti di pace? E sempre, questi silenzi in spazi aperti o in campagna o in alta montagna non sono vuoti di rumori, sono un silenzio dell'anima, abitato magari dal brusio degli insetti dallo stridere di un uccello dal muggito di una mucca. Ma qui vogliamo parlare proprio del silenzio come presa di distanza da quelli che sono i rumori dell'uomo. Che sono i rumori quotidiani della nostra vita, ma che sono, almeno per quanto mi riguarda soprattutto quelli creati dalle parole. Una cosa è stare in mezzo alla città, alla musica, ai rumori di una officina; ben più fastidio provocano le parole usate male. Nelle difficoltà di questi mesi quante parole buttate al vento, troppe! Nelle trasmissioni televisive, negli scambi di opinioni, tra di noi...parole parole parole, come diceva una canzone degli anni 60. Ma più uno parla, più uno alza la voce, più dimostra di non avere sensibilità e pacatezza. Il mio invito è, invece, quello di provare ed imparare a gustare se stessi, per scoprirsi amici del proprio sentire e godere di spazi e luoghi delicati silenziosi e a nostra misura. Provare per credere. Giuliana Pedroli, giornalista (Febbraio 2021 - Tutti i diritti riservati©)
|
|
L'accento di Socrate |