LA RESILIENZA, QUESTA SCONOSCIUTA?
Un termine tanto antico quanto nuovo, la resilienza; ne sentiamo parlare sempre più spesso in questi ultimi anni ed è un termine che ha un significato molto preciso. Il vocabolario dice “ in fisica la resilienza è la capacità di un materiale di resistere a delle deformazioni e a urti senza spezzarsi, anzi riprendendo la sua forma iniziale”. Ma per allargare il campo, parlare di resilienza vuol dire anche entrare in un discorso che riguarda la psicologia. Il dizionario in questo caso dice che “la resilienza è la capacità di un individuo di affrontare e superare un eventuale evento traumatico o un periodo di difficoltà”. Questo tema, quindi, riguarda tutti, perché la vita a nessuno risparmia momenti difficili o drammatici, per cui la resilienza può aiutare ognuno di noi. Ma già noi potremmo dire di essere tutti resilienti, se non in modo assolutamente conclamato, almeno in divenire; dentro ognuno di noi c'è questo seme della resilienza, anche se non ne siamo consci. Certo non è un gene, ma una forma mentale naturale che possiamo e dobbiamo saper sfruttare. E' un dato accertato che nella nostra psiche esiste: sono stati fatti diversi studi, una decina d'anni fa addirittura è stato creato un Congresso mondiale sulla resilienza, nel quale si sono studiati soggetti che, soprattutto in campo sanitario ma non solo, avevano dovuto affrontare problemi gravissimi. E solo grazie a questa capacità mentale o caratteriale sono riusciti a sopravvivere. Come dicevo ognuno di noi potenzialmente ha dentro di sé questa caratteristica, sembra però che essa venga ‘svegliata’, sviluppata e utilizzata soprattutto nei momenti di necessità, cioè in situazioni estreme. E’ come se il nostro cervello in quei momenti lì chieda aiuto. L’aiuto ce lo possiamo dare da soli, e se non ne siamo capaci, lo possiamo trovare in qualcuno che ci affianchi. Tutti comunque possiamo tirar fuori dal nostro ‘dentro’, dal nostro angolo più profondo, questa grande forza di reazione e anche di adattamento alla vita. Possiamo quindi sviluppare imparare o assecondare questo stato d'animo? Certamente sì, con l'aiuto della nostra intelligenza. Se in un momento difficile ci accorgiamo di non riuscirci da soli, rivolgiamoci a persone, amici o specialisti, che possano trasformare il nostro momento di difficoltà in qualche cosa di positivo. Una frase che sentiamo ripetere spesso da chi ha superato una malattia un trauma un lutto, quando tutto rientra in un ordine di maggiore calma, tutti dicono:“ ho imparato a vedere le cose in un altro modo, a dare la giusta importanza alle cose essenziali e non alle sciocchezze”. Si perché la resilienza è quella forza che ci sostiene e ci aiuta anche ad essere migliori; dà una maggiore serenità e una maggiore sicurezza; ci dona la capacità di compatire, nel senso di patire con, patire insieme a persone che stanno vivendo momenti difficili. Grande cosa dunque la resilienza, positiva, forte e ci aiuta a riprendere in mano la nostra vita. Un altro aspetto della resilienza è quello che ci aiuta a valorizzare quello che noi sappiamo fare, a sviluppare al meglio le risorse che abbiamo dentro di noi, questo perché fronteggiare sofferenza e difficoltà sia più leggero. Io direi che resilienza e ripresa positiva possono essere sinonimi. La vita ci mette davanti a situazioni, ma anche la cronaca spesso ci parla, di eventi davvero terribili che persone più o meno conosciute, più o meno adulte (sì, perché i bambini sono un esempio grande), hanno dovuto superare soprattutto in campo medico, in campo sociale, relazionale. Ognuno di questi esempi ci deve insegnare a resistere, perché superare questa sofferenza rende forti e dà a tutta la vita un valore diverso. La storia stessa insegna che fin dall’antichità i filosofi stoici parlavano della forza interiore che è una risorsa per la vita intera e che dobbiamo coltivarla e promuoverla. Da credente so che anche le prove sono un insegnamento alla vita, ma per tutti dobbiamo fortemente sottolineare che le esperienze negative, se affrontate con un atteggiamento costruttivo, portano a qualcosa di buono. Sempre. Prendere ad esempio qualcuno che è già un passo avanti di noi, che so...un malato guarito, una persona rimasta sola, un senzatetto che supera le sue difficoltà e che ha ripreso positivamente il suo cammino, ci deve far dire – se lui ce l’ha fatta, perché lui sì e io no? Per sentirci più forti chiediamoci, cosa ancora e di peggio mi può succedere? Da queste riflessioni deriverà sicuramente un soffio di leggerezza. Insegniamo quindi ai nostri fogli ad essere positivi, costruttivi; alleniamoli ed alleniamoci ogni giorno a resistere, a vincere. Un momento difficile? Cerchiamo di vederne un aspetto positivo. Una difficoltà? Vediamola con un occhio diverso. Non è facile, ne convengo, ma un allenamento quotidiano nelle cose anche piccole, ci può insegnare ad essere pronti in momenti peggiori. È un po' come allenarci ad essere più ottimisti, non sarà sempre facile, non sempre possibile, ma ci aiuterà a sorridere di più e questo farà bene a noi, innanzitutto, e a chi abbiamo intorno. Vi lascio con un sorriso. Giuliana Pedroli, giornalista (Febbraio 2020 - Tutti i diritti riservati©)
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