The iron lady, prova magistrale di una grande attrice Los Angeles: Oscar 2012 come migliore attrice
Non nascondo che ad attirarmi sia stata proprio l’immagine di una Meryl Streep così somigliante alla Margaret Thatcher che ricordavo, infatti non ho mai amato in modo particolare i film storici o le biografie. Ed ora che l’ho visto so che ho fatto bene, ne è valsa la pena. Ho cercato di ignorare i commenti letti sulla pellicola, che parlavano di una regia appena appena modesta, solo discreta, di una sceneggiatura limitata. Gli esperti dicono che trattandosi di un personaggio così controverso(il primo ministro inglese tanto amato e odiato dal suo popolo) forse si poteva fare di meglio, avere più coraggio in alcuni approfondimenti. Ma io ho cercato come sempre di non farmi condizionare da chi ne parlava, nel bene e nel male ed ho potuto così godermi il film. “The iron lady” è un bel film, almeno secondo il mio giudizio. Un film che ha certamente una impronta storico-autobiografica, ma va oltre, anche se non approfondisce il personaggio politico, forse di più si sofferma su chi è oggi la signora Thatcher. Il personaggio è infatti presentato nel momento attuale della sua vita, quando altro non è che una ottantenne ottenebrata dalla demenza senile, dai suoi fantasmi, dalle sue insicurezze, dalla confusione tra passato e presente che ha nella mente. Interessante il racconto fatto di flash back, di reperti documentaristici, di episodi che riportano alla vita precedente, alla vicenda professionale della lady di ferro, mentre ora lei è solo una vecchietta chiusa in casa con i suoi fantasmi. La trama davvero non è così forte come si potrebbe credere o come ci si potrebbe aspettare, ma l’interpretazione della protagonista, il trucco per renderla così somigliante, sono elementi fondamentali che fanno dimenticare tutto il resto. Sono le cose che catturano; si è assorbiti tutto il tempo da questa Meryl Streep stupefacente, che va oltre i personaggi che ha interpretato nella sua lunga carriera e che ci fa dimenticare la finzione. Un’interpretazione eccellente che lascia senza fiato, per il suo essere così aderente al personaggio: la voce, i gesti, gli sguardi, sono quelli della Thatcher, in scena vediamo lei e non un’attrice che la impersona. Un trucco che lascia stupefatti, che cambia, perché l’accompagna nelle diverse età la protagonista, e il film merita davvero il doppio Oscar(sarebbe il terzo per la Steep) cui è candidato, migliore attrice e miglior make up, appunto. Ecco dunque perché vederlo, per vedere Meryl Streep misurarsi con un altro grande e impegnativo ruolo, per avere conferma, se necessario della sua camaleontica bravura. Giuliana Pedroli
Margaret Thatcher quando era primo ministro (1979-1990)
Condividi i tuoi commenti con noi GRUPPO DI DISCUSSIONE SU FACEBOOK: CLICCA L'ACCENTO DI SOCRATE |
|
L'accento di Socrate |