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LOTTA CON I SERPENTI


Sul palcoscenico due personaggi, vestiti in maniera molto differente: uno forse lo si sarebbe detto più svestito che altro, perché la sua possanza fisica risaltava, tanto da fregiarsi del titolo di semidio, l’altro indossava un saio da monaco, ma poteva sembrare come una sorta di ambasciatore in incognito, per lo sguardo attento e curioso che dimostrava per qualunque cosa o persona lo circondasse. Quest’ultimo prese la parola per primo, era più bravo dell’altro nell’arte del chiacchierare

“ …ma tu lo sai che quando ero in fasce alla vista di un serpente improvvisamente presi a parlare in maniera articolata come se fossi un bambino di pochi anni. Anzi di più, parlavo quasi che fossi un adulto?”

L’altro si ridestò dalla sua posa, come se per un attimo potesse lasciare la veste dell’uomo più forte della storia umana, tornando ad essere anche lui un bambino alle prese con un serpente, tanto che fece una contorsione su sé stesso come per prendere due oggetti in movimento.

Non lo venire a dire a me, io ne ho dovuti far fuori due, uno con ciascuna mano, che si stavano insinuando fra me e mio fratello. C’è chi dice che li avesse messi mio padre per sapere chi di noi due fosse di origine divina”

Nel fare questo si sistemava sulla testa la testa del leone che utilizzava a guisa di elmo, mentre l’altro continuava a parlare della forza che aveva saputo dimostrare,

“…per te è facile, tu sei sempre stato l’uomo più forte dell’universo, eri appena nato e già dimostravi la tua forza sovrumana, tanto da divenire immortale quando la tua vita mortale stava terminando…”

quasi a dimostrare quanto valeva la sua forza dopo essersi armato di un arco con frecce infiammate colpiva le teste di un idra a più teste, poi si armava di una freccia normale e colpì una cerva dalle corna d’oro senza ucciderla, quindi si dava alla cattura di un toro per portarlo a Micene

Per propiziarsi i tuoi favori non c’è commerciante che abbia dimenticato mai di dedicarti una parte del suo guadagno, non c’è generale che ti manchi di rispetto, memore di doverti lasciare una parte del suo bottino, non c’è donna che si sia rifiutata di compiacerti, ben sapendo che le avresti dato una prole vigorosa”

prima di rispondere alla provocazione dell’altro il più forzuto si mise a strimpellare con un sonaglio speciale che faceva scappare via strani uccelli dalle ali e le penne di bronzo,

Eh caro Filippo, qua ti sbagli, certo le donne mi elargirono i loro favori con piacere, ma proprio dalla relazione con le donne che amai nacquero i più grossi dispiaceri, perchè la forza, se non è mitigata dal sapere e dal dovere, rischia di essere violenza incontrollabile”

nel dire questo egli stesso finiva a lottare con la regina delle Amazzoni uccidendola e rubandole la cintura simbolo del potere

Eppure so per sicuro che tu, al momento di scegliere una fra le due donne affascinanti che ti invitavano sul cammino del futuro, scegliesti il sentiero più difficile, quello sassoso e terribile che indicava la Virtù, tu hai preferito la via del dovere piuttosto che accontentarti del sentiero idilliaco fornito dal piacere”

Questo non mi impedì di rubare alcuni pomi d’oro dal giardino delle Esperidi, né di portare via incatenato il cane che stava di guardia dell’Ade. Comunque era stato il maestro Chirone ad insegnarmi il modo di aiutare gli altri, spingendomi a mettere la mia forza dalla parte dei più deboli, poi però c’era sempre qualcosa o qualcuno a farmi perdere la testa”

“…proprio tu, il migliore fra gli uomini?”

Non esiste la perfezione, dovrebbe insegnarlo a tutti la filosofia, io non sono da meno. Preso dal furore e dalla rabbia ho sterminato mia moglie Megara e i figli che mi aveva dato. Per questo motivo ho dovuto affrontare le fatiche a cui l’oracolo di Delfi mi aveva sottoposto”

Almeno tu avevi l’oracolo di Delfi da consultare per espiare le tue colpe, non come me, che sono stato perseguitato per tutta la vita per le mie idee e per i miei libri, neanche fossi stato il figlio del diavolo”

Forse non sai che la pizia una volta si era rifiutata di ascoltarmi, considerandomi così impuro da rifiutarmi il suo aiuto: non c’ho visto più, feci il diavolo a quattro, avevo afferrato il tripode sacro, minacciando di fare tutto da solo”

“…e allora cosa successe?”

Intervenne Zeus in persona, dicono fosse mio padre, ma riuscii ad intravederlo solo quella volta, io ero fuori di me. Con tutte le persone che avevo aiutato a soddisfare i loro desideri, senza provocare mai nessuno, possibile che non ci fosse modo di recuperare la mia virtù?”

diceva il potente eroe sovrumano tenendo un cinghiale fermo per le zampe mettendosi su di lui come se fosse un cavallo, quindi riuscendo a domare le famose cavalle di Diomede,

La fortuna fu comunque sempre con te, avevi il tuo Dio a difenderti, il mio sai cosa fece? Non ebbe altro da fare che lasciare si compiesse il destino a me assegnato senza fare nulla, lasciò che il mio corpo bruciasse in Campo de’ Fiori, anche se io sono convinto che nella vita universale il corpo e l’anima siano inscindibili, che la materia e la forma siano un tutt’uno.”

Cosa vuoi dire?”

“…che attraverso i libri che ho scritto la mia anima sta continuando a vivere, sta continuando a comunicare con il resto del mondo, col mondo dei vivi, perfino con te, cosa posso volere di più?”

Colui che aveva appena detto di essere il figlio di Zeus fu così colpito da quanto gli stava dicendo l’altro che quasi senza pensarci usando un solo braccio deviò il corso di un fiume per ripulire le stalle del letame che si era accumulato lì per anni, dicendo

Trovo che sia bellissima questa cosa che vai dicendo, a tuo modo quindi sei immortale anche tu, come me, forse è per questo che noi due ci stiamo conoscendo l’un l’altro, stiamo parlando fra di noi come se fossimo vissuti nella stessa epoca. Io però non ho lasciato niente dietro di me. Per quanto avessero cercato di istruirmi fin da piccolo non ero portato per la musica, né per la scultura, tanto meno per la pittura”

Qua ti sbagli, sapessi quanti pittori e scultori si sono ispirati alla tua possanza muscolare per ritrarre anche un minimo spicchio delle tue gesta, tu sei il modello vivente per eccellenza, il simbolo stesso della forza. Per giunta gli uomini si riconoscono in te, anche nei tuoi sbagli”

Cosa vai dicendo?”

L’hai detto tu stesso, la perfezione non è dell’uomo mortale, neanche gli dei della mitologia antica, di cui sei entrato a far parte, neanche loro erano immuni dal comportarsi male verso i mortali, tu stesso sei il frutto di un inganno di Zeus che per unirsi con la donna desiderata e prolungare il suo amplesso a lungo con lei, non si fa remora di fermare il tempo”

Come posso allora io riscattare gli errori del mondo e quelli commessi financo da mio padre?”

Tu l’hai già fatto!”

Io cosa?”

Tu riesci a sottomettere gli elementi più mostruosi presenti in natura, attraverso di te gli uomini hanno capito che avrebbero potuto dominare la natura, a patto di non mancarle di rispetto, senza pensare di sopraffarla, poichè è proprio attraverso la natura che l’uomo arriva ad intravedere la vita universale degli infiniti mondi, dove materia e forma rimangono sempre uniti. In fondo materia e forma sono aspetti diversi dell’unica sostanza. Lo sapevi?”

Io…no…”

E come il nolano Filippo, anche se i più lo conoscono come Giordano, elencava le incredibili prove che l’altro aveva dovuto superare per poter riscattare la propria virtù, così sul palcoscenico si susseguivano le imprese dell’eroe, che forte d’animo, ma con un cuore sincero, rivedeva sé stesso mentre superava le colonne che da lui prendono il nome, attraversava l’Oceano, imbarcava i buoi sulla coppa del Sole e li riportava dall’altra parte dell’Oceano alla mitica Tartesso.

Il serpente che mi fece parlare appena nato conosceva bene i due serpenti che rendevano gloria alla tua origine – diceva Giordano al semidio - la tua forza sovrumana, se non fosse stata accompagnata dall’amore per il prossimo, sarebbe stata completamente inutile, senza alcun senso. Saresti stato destinato a rimanere come i mostri con cui ti confrontavi, se non avessi avuto qualche cosa in più, qualche cosa che ti distingueva e ti rendeva più umano.

La tua vulnerabilità invece che renderti più debole ti rese più forte di loro.

La tua forza è andata oltre la potenza fisica, è divenuta capacità di cogliere gli eventi, tale da poterti permettere di affrontare i tuoi nemici senza ucciderli.

Le prove che tu superavi non erano più prove per il tuo corpo, ma ormai per la tua anima, che in questo modo si liberò dalla schiavitù in cui il corpo la costringeva”

Così Giordano riuscì a far sgorgare dagli occhi del gigante un fiume incoercibile di lacrime.


Luigi Giannachi socio fondatore dell'associazione culturale L'accento di Socrate


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