SOGNO
O SON DESTO (4° episodio)
Ero
qui seduto a Milano di fronte alla Scala. I turisti provenienti da
ogni parte della Terra giravano fra le panchine di pietra pronti
ad entrare in Galleria, incuranti delle statue che rappresentavano
quelli che erano stati i suoi discepoli. Leonardo al centro delle
statue prese improvvisamente a muoversi ed io ebbi l’impressione
che mi stesse fissando dall’alto verso il basso con il suo
sguardo profondo e curioso allo stesso tempo, un personaggio
famoso vissuto 5 secoli fa, così innovativo e
sperimentatore da essere considerato quasi “strano”.
In
realtà mi resi presto conto che non stava guardando me,
bensì stava osservando un signore seduto alla mia destra,
con la barba ben curata, lo sguardo altrettanto curioso e
profondo, con un vestito elegante come se stesse per girare un
film in bianco e nero. Seduto sembrava lasciar fluire i suoi
pensieri in maniera libera di fronte ad uno dei suoi personaggi
preferiti da analizzare, anzi da psicanalizzare. Ma anche lui non
era uno qualunque, era il medico che aveva fatto diventare l’arte
di analizzare la psiche un metodo di studio, secondo altri una
scienza. Leonardo però non ne poteva più di essere
osservato, forse era quello il motivo per cui ad un certo punto
aveva preso a muoversi e ad interpretare la sua parte, quasi che
fosse il personaggio di una scena di un film, cosa ancora più
interessante per Sigmund, visto e considerato che era stato
proprio lui a provocare questa trasformazione.
Leonardo
fu il primo a prendere la parola:
E’ inutile che continui a
fissarmi così, non riuscirai a comprendere fino in fondo
il mio genio, sei nato 500 anni dopo di me, son più
vecchio di te, tu vorresti spiegare i miei quadri analizzando la
mia infanzia senza sapere niente dell’ambiente in cui sono
vissuto
Il
tuo sogno parla chiaro, il nibbio sulle tue labbra non poteva
essere altro che il capezzolo di tua madre, divenuto in età
adulta sete per qualcos’altro…
La
sete di conoscenza fu l’unica fontana a cui la mia fantasia
si abbeverava…
…quella
che sostituiva il tuo desiderio inespresso
Ma
quale desiderio inespresso! Se c’era qualcosa di cui ho
potuto sempre godere è stato il piacere dei sensi. Vivere
significa sviluppare completamente il potenziale dei sensi a
propria disposizione senza porsi alcun limite. Tu piuttosto hai
rinchiuso te stesso dentro una prigione razionale dalla quale non
sei più in grado di uscire, riesci ancora a vivere
un’emozione senza chiederti il perché?
L’analisi
è la base dell’attività scientifica, senza la
quale non puoi arrivare ad alcuna conclusione valida
No,
ti sbagli, il fine è il godimento che sprigiona dai sensi
quando questi si incontrano fra di loro a realizzare qualcosa di
unico e meravigliosamente bello. Non puoi dissezionare ogni cosa
che ti circonda, è la sintesi del tutto a darti un piacere
infinito
Proprio
tu mi dici questo, tu che hai avuto problemi per le dissezioni
anatomiche
E’ vero, mi hanno trattato
come un devastatore di cadaveri, non volevano accettare quanto io
avessi migliorato l’arte pittorica ammirando la bellezza
del corpo umano. Son tutti bravi ad ammirare i miei quadri,
nessuno prova a comprendere come la bellezza della figura intera
possa originare dalle parti più piccole di cui la figura è
costituita, cosa che ho imparato studiando l’anatomia
Mentre
tu dissezionavi fisicamente le carni io ho imparato a
dissezionare l’inconscio, una sfera inconsapevole che si
forma durante l’infanzia e che condiziona tutta la sua vita
futura
Di
cosa tu stia parlando non ne ho la più pallida idea, tu
parli della mia vita futura, ma io non mi sono certo reincarnato,
sai? Se ho capito bene tu parli dell’intendere i pensieri
nascosti della persona che hai davanti? E’ così?
Diciamo,
per farti intendere, i pensieri che ciascuno fatica a confessare
a sé stesso
Orbene,
allora non credere di aver inventato qualcosa di nuovo. Ogni
volta che dovevo procurarmi un nuovo lavoro mi studiavo nei
minimi dettagli il principe o il re che mi trovavo di fronte,
fintantoché non riuscivo a far incontrare i loro desideri
con la mie capacità di realizzare quello che essi
ardentemente volevano
In
questo dovevi essere portentoso, lo ammetto, visto che sei
riuscito a convincere personaggi di notevole calibro, come
Ludovico il Moro, Cesare Borgia, perfino il Re di Francia. Ma il
mio metodo era un’altra cosa: una sorta di rivisitazione
del conflitto avuto nel passato, in modo tale da consentire alla
persona di superare quella situazione in cui il suo io era
rimasto bloccato
Interessante,
non avrei mai pensato che lo studio del pensiero avrebbe fatto
tali passi da gigante. Mi sfugge però perché tu te
la sia presa con me, che di grossi danni non ne ho fatti, mi
sembra. Avresti fatto meglio ad occuparti dei principi che
servivo, quelli sì che tenevano in serbo dei gran bei
conflitti. Prendi Cesare Borgia, ad esempio, per dimostrare che
era lui il migliore, il più forte della famiglia, aveva
fatto fuori il fratello Giovanni, lasciando la carriera
ecclesiastica a cui il padre, il Papa, l’aveva destinato
Un
chiaro caso di compressione delle passioni inespresse alla
ricerca del dominio assoluto
Per
non parlare di Lucrezia, la sorella, merce di scambio utilizzata
dalla famiglia per conquistare alleanze e territori, una sorta di
bambolina nelle mani da mercanti del fratello e di suo padre il
Papa
La
religione è sempre stata uno strumento di potere per
controllare la popolazione, ma la tua arte è divenuta
immortale Leonardo, cosa vuoi che siano ai miei occhi i misfatti
della famiglia Borgia, di quelli si occuperanno gli storici. Ben
altra cosa sono le tue figure femminili, con l’ambiguità
propria dei loro volti, a metà strada fra quella dei tuoi
allievi e quella delle concubine dei tuoi protettori…
Andiamoci
piano con queste insinuazioni, i miei allievi vivevano insieme a
me, come quando io ero alla bottega del Verrocchio, imparavano
crescendo e crescevano imparando, immersi nella maggiore
esperienza artistica della loro epoca, cosa potevano volere di
più?
Forse
hai ragione Leonardo, tu hai dato loro la possibilità di
stupirsi della tua arte, di inebriarsi delle opere che vedevano
nascere dalle tue mani, mentre essi cosa potevano darti in
cambio, se non la loro curiosità e la bellezza dei loro
volti?
Ti
potrei rispondere come Mario rispose ai patrizi romani ”Quelli
che dall'altrui fatiche se medesimi fanno ornati, le mie a me
medesimo non vogliono concedere”
Qui
ti sbagli, è proprio perché continuo ad essere
affascinato dalla tua figura e dalla tua arte, che ho cercato
un’interpretazione per cercare di capirti, mai avrei
cercato in alcun modo di sminuire il tuo valore. Piuttosto mi ha
sempre colpito il tuo modo di intendere la conoscenza attraverso
l’esperienza
Invece
che definire che cosa sia l'anima, che è una cosa che non
si può vedere, molto meglio è studiare quelle cose
che si possono conoscere con l'esperienza, poiché solo
l'esperienza non falla. E laddove non si può applicare una
delle scienze matematiche, non si può avere la certezza
Dopo
queste parole Leonardo tornò ad essere una statua per
quelli che non potevano vedere oltre le sue opere, Freud rimase
immortalato in un documentario mentre inseguiva il suo sogno di
libertà, ma per quelli che proseguono a conoscere le loro
opere la medicina dovrebbe ritornare ad essere la scienza che
fornisce interpretazioni nel campo dell’incertezza piuttosto
che dare certezze assolute nel campo delle interpretazioni
effettuate con autorità. “Chi
disputa allegando l’autorità non adopra l’ingegno,
ma più tosto la memoria”
Luigi
Giannachi socio
fondatore dell'associazione culturale L'accento di Socrate
SOGNO
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