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Piangere è vivere



Il pianto di Camilla non è un pianto qualunque, ma il pianto di tutta l'umanità che non ha potuto piangere. Il nuovo libro della giornalista Elena Gaiardoni è una favola nel senso di rappresentazione simbolica del reale, una descrizione ricca quindi di metafore della vita interiore. Ma non solo. È la vita quotidiana raccontata dal punto di vista di chi con il pianto ha saputo “giocare”, ha saputo cioè creare un movimento libero verso ogni direzione. Il narrare della Gaiardoni non è lineare seppur esiste una trama, ma si lascia trasportare dal sentire/avvertire poetico dell'inconscio dove ogni raffigurazione diventa possibile. Ci troviamo in un regno dove il re, capo, padre primordiale, ha interdetto ai suoi sudditi il liberatorio fluire delle lacrime; il regno doveva fiorire con e nel sorriso rimuovendo ogni forma di pianto. Come può crescere una bambina con una simile limitazione? Come può vivere l'umanità stessa senza il dolce calore del liquido trasparente? L'autrice con un linguaggio forbito, ricercato, a tratti aulico, riesce a farci entrare nel suo mondo simbolico e complesso dove possiamo percorrere una strada in salita per poi scendere verso noi stessi fino all'origine: il ritorno al primo vagito, fonte di dichiarata appartenenza alla vita. Un libro che va sorseggiato con calma, goccia dopo goccia, per avere il tempo di essere rielaborato, per giungere a comprendere che il pianto non è solo sinonimo di dolore, ma al contempo per uscire da certi comportamenti dei nostri giorni. Il tempo odierno è confusivo. È un'epoca in cui si ride anche di ciò che fa piangere. Un libro che meriterebbe di essere anche un utile testo universitario per prendere confidenza con una indispensabile ermeneutica in chiave psico-filosofica.

Maria Giovanna Farina (Giugno 2015 © Riproduzione riservata)



Elena Gaiardoni, Il pianto di Camilla, ed. Marcianum Press

Per info sulla trama e l'acquisto del libro http://store.ilgiornale.it/prodotto/il-pianto-di-camilla/

 


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L'accento di Socrate