'Pietra filosofale della salute. Filosofia antica e formazione in medicina' nuovo libro di Linda Napolitano
Il libro 'Pietra filosofale della salute. Filosofia antica e formazione in medicina' non è solo l’esito di una riflessione personale e filosofica di Linda Napolitano sulla sofferenza, la malattia e la morte: è il frutto di una collaborazione con l'azienda sanitaria, la n.5 Bassa Friulana, che dura da anni e del confronto con gli operatori sanitari, medici ed infermieri che lavorano in questa struttura. L'Autrice parte da una riflessione sui concetti di 'arte' medica, medico e salute nella Grecia antica (i riferimenti principali sono Ippocrate e Platone). La visione della medicina che ne emerge è di tipo olistico, tesa cioè ad armonizzare corpo e anima, e alla cura di sé (del corpo e dell'anima) non solo come eliminazione di una patologia, ma come potenziamento delle possibilità e capacità personali. La frase di Ippocrate “somiglia a un dio il medico che sia filosofo” porta poi l'Autrice a considerare il legame antico tra filosofia e medicina e la conseguente figura del medico in cui si fondono l'aspetto logico-scientifico e la riflessione. Nelle opere di Ippocrate e nei dialoghi di Platone troviamo inoltre quello che molti credono essere una scoperta della medicina moderna: il consenso informato. Entrambi, infatti, descrivono l'importanza del dialogo con il malato e con i suoi familiari, cioè della spiegazione della cura da parte del medico e della terapia che intende adottare, informazioni da cui il malato deve essere persuaso. Nella nostra società ipertecnologica si avverte la necessità di migliorare proprio il rapporto medico-paziente, di ritrovare cioè 'quel dialogo' ippocratico o platonico, inteso come comunicazione aperta e franca, si pensi alla Medicina narrativa (di cui si tratta nel III capitolo), tesa ad ottimizzare l'atto medico, attraverso narrazioni orali o scritte di pazienti, medici e infermieri, affinché gli operatori sanitari possano acquisire o migliorare le competenze nel descrivere i valori e le emozioni appartenenti al singolo paziente, non solo quindi i dati tecnici della salute e della malattia. Nella società contemporanea migliorare o ritrovare l'antico dialogo medico-paziente è fondamentale, ma forse più difficile, perché si fa fatica a parlare della sofferenza e della morte. La prima, come nota l'Autrice, è personale e intima, l'altro può cercare di aiutarmi, ma non può comprende totalmente la mia sofferenza o il mio stato d'animo; la seconda, invece, è rimossa ed è divenuta quasi una sorta di tabù. In modo molto acuto però Linda Napolitano sottolinea due paradossi della rimozione contemporanea della morte, da un lato la volontà di controllare il dolore con ogni sorta di farmaco e dall'altro la spettacolarizzazione della morte stessa nei film, nei telegiornali etc. Il libro si conclude con un'appendice in cui l'Autrice riflette sulle dichiarazioni anticipate di trattamento e sul testamento biologico, argomento attuale che coinvolge tutti noi come individui e cittadini, e sul valore qualitativo, non solo biologico, della vita. recensione di Francesca Fermeglia (dottorato di ricerca in Filosofia svolto c/o l'Università di Trieste e curatrice del volume) Se vuoi commentare lo scritto blog.libero.it/accentodisocrate/
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