Moni Ovadia, l’altro e il suo ingombro
Lunedì 4 marzo 2013, alle ore 21, al Teatro delle Arti di Gallarate (Va), nell’ambito del Festival di Filosofia, giunto ormai all’ottava edizione, ha tenuto una superba lectio magistralis Moni Ovadia. Il drammaturgo di origine ebraica, attore, musicista, studioso e divulgatore della cultura Yiddish, ha parlato di <<L’altro e il suo ingombro>>, incantando il foltissimo pubblico con le sue argomentazioni e con i numerosi riferimenti al proprio vissuto. Il razzismo, nelle sue forme anche più subdole e meno appariscenti, è profondamente radicato nella cultura contemporanea mondiale e pure italiana, ha detto Ovadia. L’altro, nelle sue varie declinazioni, è considerato ingombrante. Nel piccolo può essere un familiare, un vicino… ma il più ingombrante di tutti oggi è lo straniero, l’immigrato, portatore di una cultura “diversa”, che dovrebbe essere fonte di arricchimento reciproco, ma è, invece, motivo di dissidio, intolleranza, emarginazione, violenza… Ovadia, ricordando a tutti, con grande impeto e passione, che anche gli italiani sono stati a loro volta emigranti, non sempre ben accetti, oggetto di scherno e derisione in Europa e oltreoceano, ha voluto scuotere la coscienza dei presenti. Hanno accompagnato le parole del drammaturgo lunghi e calorosi applausi, segno di condivisione delle idee e forieri di speranza che venga bandita per sempre in un presente prossimo o in futuro non lontano, ogni forma di razzismo. Lucia Di Mieri
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