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Il fluire dei ricordi

 

In giro per un mercatino di antichità di colpo un tuffo al cuore: alla vista di un vecchio braciere e di una antica bilancia affiorano i ricordi di bambina, di quando trascorrevo il tempo coi nonni in quel paesino siciliano che tanto amo e tanto critico.

Il mio ricordo appare, mentre lo racconto vedo la scena: durante l’inverno nelle giornate fredde con i nonni e le zie seduti in cerchio davanti a quel braciere per riscaldarsi. La casa della nonna non aveva e non ha i caloriferi o il camino, no, intorno alla fine degli anni 60, quando c’era davvero freddo ci si scaldava con qualche coccio di carbone messo all’interno del braciere sormontato da un “cesto” di legno, probabilmente salice, e con una coperta di lana sulle gambe ci si raccontava qualche storia. O forse si stava in silenzio, ma si stava bene tutti insieme, tutti uniti.

L’antica bilancia mi ha invece ricordato la stadera che la nonna utilizzava per pesare la farina con cui faceva il pane, o per controllare che il venditore ambulante non l’avesse imbrogliata quando tornava a casa con le verdure o la frutta o il pesce che aveva acquistato. Oggetto che tutt’oggi utilizza mia zia solo per controllare ciò che acquista perché purtroppo il pane in casa non lo fa più. Chissà se un giorno quella stadera potrà essere mia …E con questi oggetti che hanno riportato alla mente i ricordi, penso a quando con il nonno andavo a prendere l’acqua alle fontane disseminate per il paese con i bidoncini di plastica, la mia piccola mano stretta alla grande mano del mio grande nonno, l’acqua da tenere in casa per cucinare o per bere perché l’acqua diretta, quella dell’acquedotto del paese, arrivava per poche ore al giorno al mattino presto e anche se si raccoglieva nelle cisterne del sottotetto, a volte non bastava per tutto il giorno. Cisterne, contenitori in eternit, quel benedetto eternit che ha disseminato per il mondo vittime! Si beveva l’acqua che si raccoglieva là dentro. Ora, per fortuna, fortuna relativa, i contenitori in eternit, sono stati sostituiti da enormi blocchi di plastica blu che svettano sui tetti, sotto il sole, la pioggia, il vento la neve…. Fino a quando non si accorgeranno che anche la plastica si deteriora sottoposta agli agenti atmosferici, già, quando?!? Intanto hanno vietato la raccolta dell’acqua per uso potabile/alimentare dalle fontane in piazza, acqua fresca che scende direttamente dai monti ma che non si  può più bere.

Grazie a due semplici oggetti sono ritornata molto indietro negli anni anche se solo per qualche minuto.         

Gina Di Dato 


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