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AMOREZIA

(Parte Quarta)


-Perché – rispose Ariel – per compiere le azioni pratiche di tutti i giorni, posso chiedere aiuto ma, se non riuscissi a coltivare il mio pensiero, nessuno potrebbe farlo al posto mio.

-Oltre a pensare, che fai?

-Leggo.

-Perché leggi?

-Io le avrei semplicemente chiesto quale genere preferisce... sussurrò Sebastian all'orecchio di Flonder.

- Ma allora, vecchio Seby, non hai proprio capito che ci troviamo di fronte ad una Donna Profonda!

- I libri- proseguì Ariel- sono gli unici che hanno la capacità di condurci dentro il loro Mondo per aiutarci a comprendere il nostro Universo Interiore e, contemporaneamente, a posare uno sguardo più profondo sul Mondo Esterno.

A quel punto Sebastian si rivolse a Flonder in tono sarcastico:

- Adesso posso fare la mia domanda semplice?

- Prego, dì pure.

- Qual è il colore che scegli più spesso per vestire la tua mente?

- L'unico colore che, in questo periodo, non mi sta proprio bene addosso è il Rosa...

- E perché mai?

- Credo che ogni stagione della Vita abbia un suo colore...E questa non è decisamente non è la Stagione dei Confetti...

- Confetti!?

- Sì, caro! C'è proprio una tonalità di rosa che gli Abitanti della Terraferma chiamano Rosa Confetto...E non mi dire che non lo sapevi...

- Certo! Ma se ti conosco almeno un po', dietro a questa tua allusione, ci dev'essere dell'altro...

- Non ti si può proprio nascondere nulla, eh Seby?- disse Ariel, strizzando l'occhio.

- Già, avanti! Sputa il rospo! Anche se, personalmente, un'ideuzza già ce l'ho...

- Allora a cosa serve parlarne?-ribatté Ariel sconsolata, Poi proseguì: - Questa volta i sentimenti c'entrano solo fino ad un certo punto...

- Sputa il rospo, allora!- la provocò Sebastian.

- Vedete, non riesco più a leggere romanzi rosa perché, a volte, abbiamo bisogno di storie che non ci parlino sempre e solo di noi.

- Stai tentando di dirci che nella tua vita c'è fin troppo Rosa?

  • No, tutt'altro, purtroppo!- sospirò Ariel.

Cogliendo la tristezza negli occhi di Ariel, Flonder rimproverò Sebastian:

- Ma non capisci che non è il momento per parlare di queste cose?

Poi si rivolse di nuovo ad Ariel, in tono gentile e comprensivo:

- Fai anche altro, nel tuo tempo libero?

- Scrivo.

- Perché scrivi?

- Per provare a chiudere il cerchio.

- Quale cerchio?

- Il cerchio della mia vita.

- Perché senti che è così importante chiuderlo?

- Perché mi sono stancata di pensare sempre solo alle Ruote su cui la Vita mi ha seduta.

- Spiegati meglio!- esclamò Sebastian.

- Vuol dire dare un senso, il più possibile compiuto alla mia quotidianità.

- E perché hai scelto proprio la scrittura?- intervenne Sebastian.

- Avevo bisogno di qualcosa che richiedesse un impegno costante e che mi permettesse di esprimere al meglio ciò che ho dentro.

A quel punto Flonder le lanciò un'occhiata leggermente perplessa.

- Scusa, ma continuo a non capire...In fondo, ci sono tanti altri mezzi, per raccontarsi al Mondo...

- Certo, Flò. Ma io sentivo il bisogno di una comunicazione che spiazzasse almeno una parte del Mondo. Un Mondo sempre più rapito dall'immediatezza delle Immagine e sempre meno abituato alla lentezza riflessiva richiesta dalle Parole.

- E cosa scrivi?


Loretta Del Tedesco (Settembre 2018 - Tutti i diritti riservati©) paroladisirenetta.blogspot.com


(laureata in Filosofia all'Università di Trieste) TESI PREMIATA


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