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LO SPECCHIO DI ARIANNA

(Parte Prima)

 

Chiunque si fosse fermato sulla soglia del portone della scuola, avrebbe visto un unico raggio di sole attraversare la polvere lungo il corridoio, ed andare a colpire il punto più basso di un cerchio di metallo che ora girava su se stesso.

Era lei che faceva ruotare il più velocemente possibile la sua sedia a rotelle, nel tentativo di fuggire da quella scena che la faceva soffrire.

Lei, Martina che, alla soglia dei vent'anni aspettava che fosse sua madre a venila a prendere per riportarla a casa.

Non poteva chiedere un passaggio a nessuno, Martina. Nessuno sarebbe riuscito a far entrare nel bagagliaio la sua carrozzina.

Quella dannata carrozzina che, alle soglie dei vent'anni stava diventando così insopportabilmente ingombrante.

Ma non era solo questa la causa del suo dolore. O, per meglio dire, questa era solo una concausa.

Alla radice c'erano quei brandelli di dialoghi che invadevano il cortile della scuola.

...che sballo, Frà, anche quest'anno in Riviera a far casino e rimorchiare con Monica e le altre!”

... mi sono fatta regalare da mia nonna, tre mesi di vacanza studio a Londra...E poi chissà, magari ci resto pure...”.

Io non lo so ancora cosa farò quest'estate...l'importante è poter andare in vacanza senza i miei. In fondo, è la prima estate dopo la maturità...mi meriterò qualcosa d'indimenticabile, o no?”

A Martina non importava chi stesse pronunciando queste frasi, a lei facevano male lo stesso.

Ma tutto ciò era ancora niente, rispetto a ciò che i suoi occhi avevano visto.

Addossati al tronco di un albero, due ragazzi si baciavano con trasporto, o almeno così Martina immaginava. Dolorosamente.

Infatti i due non erano altri che Arianna La Presuntuosa e Alberto Il...

Ok, Arianna era proprio la classica presuntuosa; quella che pretende d'insegnare agli altri come la vita vada vissuta. Specie la vita di quelle come Martina, sempre pronte a fare le vittime.

Ma Alberto, che tipo era? Come lo si poteva definire?

Martina non lo sapeva. Così come, del resto, non avrebbe saputo cosa dire degli altri suoi compagni di classe. Non aveva legato per nulla con loro. Loro che, in fondo, non si erano mai chiesti cosa volesse realmente dire essere su una sedia a rotelle, a quasi vent'anni. Per quanto ne sapevano, seduta li, c'era sempre stata. E allora, cosa aveva da lamentarsi tanto? E poi, era pure fortunata; gli insegnanti l'apprezzavano e lei ne approfittava per fare la lecchina. Sempre ad alzare la mano. Per intervenire. Per fare domande su qualsiasi argomento...

Le sembrava che nessuno di loro fosse consapevole del fatto che la sua passione per lo studio fosse anche un modo per resistere alla monotonia che spesso inondava i suoi pomeriggi.

O forse no. Non tutti erano così insensibili. Forse Alberto qualcosa aveva sempre intuito della sua vita. Ma certo non poteva ammetterlo apertamente e comportarsi di conseguenza; non mettendo a repentaglio la sua storia con Arianna...

(I personaggi e i fatti narrati sino frutto di fantasia)


Loretta Del Tedesco (Tutti i diritti riservati©) paroladisirenetta.blogspot.com


(laureata in Filosofia all'Università di Trieste) TESI PREMIATA


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