Mi sa che fuori è primavera, ed. Feltrinelli Il nuovo libro di Concita De Gregorio
“Ferite d’oro. Quando un oggetto di valore si rompe, in Giappone, lo si ripara con oro liquido. È un’antica tecnica che mostra e non nasconde le fratture. Le esibisce come un pregio: cicatrici dorate, segno orgoglioso di rinascita. Anche per le persone è così. Chi ha sofferto è prezioso, la fragilità può trasformarsi in forza. La tecnica che salda i pezzi, negli esseri umani, si chiama amore. Questa è la storia di Irina, che ha combattuto una battaglia e l’ha vinta. Un marito, due figlie gemelle. È italiana, vive in Svizzera, lavora come avvocato. Un giorno qualcosa si incrina. Il matrimonio finisce, senza traumi apparenti. In un fine settimana qualsiasi Mathias, il padre delle bambine, porta via Alessia e Livia. Spariscono. Qualche giorno dopo l’uomo si uccide. Delle bambine non c’è più nessuna traccia”. Una storia vera da cui la giornalista Concita De Gregorio prende spunto per il suo romanzo che racconta il punto di vista di chi vive il dolore della perdita: quello di una donna, Irina. Un libro da leggere anche perché ci mostra, socraticamente, come la forza per superare il dolore sia dentro di noi. Un’immagine di straordinaria “cura” è quella data alla sofferenza che prima o poi tocca tutti, il dolore deve essere attraversato per essere oltrepassato. Le donne sanno essere forti e le loro cicatrici si fanno ricordi testimoniando ciò che la sofferenza ha tracciato indelebilmente sul corpo e nell’anima. Nulla è più drammatico della perdita dei propri figli, ma tutto ci appartiene, nella sofferenza possiamo essere solidali se sappiamo ricostruire e tenere insieme le varie parti di noi. A patto che le cicatrici, come in un prezioso vaso rotto, siano riparate con l’oro liquido che simbolicamente rappresenta l’amore: il solo vero “collante” che la natura ci dona per diventare forti e infrangibili. Maria Giovanna Farina (Giugno 2015) Condividi i tuoi commenti con noiGRUPPO DI DISCUSSIONE SU FACEBOOK: CLICCA L'ACCENTO DI SOCRATE |
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