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Commento alla novella filosofica: La scatola indiana





Paragonerei quella scatola misteriosa e sigillata alla persona stessa che l’ha regalata al professore. La sua situazione iniziale si era presentata al professore proprio come quella scatola: chiusa, sigillata con un contenuto a sorpresa tutto da scoprire. Dopo anni e anni ecco che il professore è giunto al termine del suo lavoro di analisi: l’essere riuscito piano piano, anno dopo anno a togliere quei sigilli che non permettevano a quell’uomo di esprimere liberamente sé stesso, riuscendo così a liberare e far uscire il suo prezioso contenuto umano alla luce del sole.

Caro professore ora puoi aprire la scatola che ti donai e mettere allo scoperto il contenuto, come hai fatto con me liberando la mia interiorità. Hai visto quanto lavoro hai fatto per me, hai visto com’ero chiuso nei miei problemi nelle mie paure incapace di affrontare il minimo ostacolo? Ecco hai aperto la scatola e cosa ci hai trovato dentro? Nulla, la scatola è vuota, ma com’è possibile ti chiederai che senso ha tutto questo perché tanta riservatezza verso una scatola che poi è risultata priva di contenuto? Te lo dico io il senso essa è vuota come ora sono vuoto anch’io, hai tolto i sigilli mi hai aperto hai carpito ogni mio segreto al punto di avermi svuotato di tutto ciò che mi riempiva inutilmente, ora potrò vivere senza più misteri su me stesso pronto per riempirmi solo della parte migliore di me che mi porterà a vivere in maniera più saggia e più consapevole. Grazie prof..

 

Laura Simoncini




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L'accento di Socrate