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Un marchio indelebile



quando abbasso le palpebre

mi immergo nelle onde marosi

dei miei virgulti versi

di abusata infelicità

chiedo asilo

al bianco puro

del letto di scrittura

mi guarda

come se capisse

che in quel momento

sono senza difese

sangue

ossa

potrei morirne

ma

mi ribello

chiamo disperata in aiuto

Santippe

Pia de’ Tolomei

Francesca da Rimini

escono dai libri addormentati

da eterno lungo letargo

sbigottite mi fulminano

con occhi di fuoco

mi accusano

di non essere innocente

di aver peccato

di ingenuità

mi insegnano

che i versi veri

nascono nei ventri

di pochi eletti

che hanno polvere

su possente ombra

pugna nel vissuto

cemento sullo scheletro

io ho solo

primavere bastarde

che mi hanno crocifissa

negato oro sulla pelle

cieli limpidi sull’iride

gambe come selvaggi cavalli

capisco che non ho scusanti

mi allontano

sento il loro vocio

sempre più fioco

ma non provo dolore

sono sola

con la mia femminilità

il foglio

color bianco latte

mi rincorre

mi sfida

vuole essere

da me fecondato

mi arrendo

mi lascio violentare

ma mi vendico

dando un titolo ai versi

perché

un titolo è … un marchio indelebile!

Clara Chiariello (Febbraio 2021 - Tutti i diritti riservati©)



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