Benessere e sport
L’altro giorno ero in piscina e, tra una bracciata e l’altra, pensavo a quante cose sono cambiate nella mia vita. Tante. Eppure c’è qualcosa che è rimasto inalterato in tutti questi anni; un interesse, anzi una passione, che ho coltivato quasi ininterrottamente e che mi ha dato grandi soddisfazioni. Parlo dello sport. Ne ho praticati diversi, ma la mia attività principale (sia in termini di durata che d’intensità, ma anche di risultati) è stata legata all’acqua: nuoto, pallanuoto, e poi ancora nuoto. La piscina, il suo odore inconfondibile di cloro, i suoi colori azzurrognoli, gli spruzzi, il brusio, le risate. Un filo conduttore che mi accompagna da sempre, a cui ho dato molto e da cui ho ricevuto di più. Perché lo sport impegna il corpo, ma anche la mente, nutrendo entrambi. Con lo sport alleniamo il fisico, distendiamo i pensieri, rafforziamo lo spirito di gruppo (specie se si tratta di uno sport di squadra), educhiamo la forza di volontà e lo spirito di sacrificio. C’è qualche buon motivo per non considerarlo strumento di benessere per gli adulti, ma anche valido ed efficace metodo educativo per i bambini e gli adolescenti? Direi nessuno. Da ex giocatrice e nuotatrice, che studiava con profitto, ma anche da insegnante, dico: lo sport non sottrae tempo allo studio. Anzi: chi è motivato, si organizza meglio con i compiti e, quando torna a casa, ha la mente più reattiva e la memoria più effervescente. Per non parlare del fatto che lo sport è anche palestra di vita: impegno, rispetto per le gerarchie e per la differenziazione dei ruoli, puntualità nei compiti, socialità, onestà, capacità di gestire il fallimento, rispetto delle regole, solidarietà, spirito di squadra, ma anche di sana competizione, innanzitutto con se stessi. Non credo esista un’età ben precisa in cui far intraprendere un’attività sportiva ai bambini; ogni genitore dovrebbe comprendere, in base al proprio intuito, qual è il momento migliore e l’attività più consona alle caratteristiche del proprio figlio. Per alcuni bambini può essere tre anni, per altri cinque, per altri ancora otto. Tuttavia, che uno sport venga cominciato prima dell’adolescenza è importante, sia perché il corpo è in pieno sviluppo e il movimento armonico accompagna la crescita, la favorisce e scongiura tanti danni, sia perché l’attività sportiva trasmette autodisciplina e controllo. A tutti quei genitori che fanno fatica a gestire bambini ipercinetici e “vivaci” consiglio di iscrivere i bambini a una palestra o a una piscina o a un centro di arti marziali. Ne gioverete tutti, figli e genitori. Il bambino verrà impegnato in un’attività per lui piacevole (per cui è fondamentale che la scelta del genitore sia oculata e attenta a diversi fattori) e, inoltre, avrà occasione di canalizzare le proprie energie e di scaricare quelle superflue. Tra l’altro, si sa che spesso i bambini e i ragazzi ascoltano di più una figura esterna alla famiglia, verso la quale nutrono un certo timore, per cui può diventare più semplice far passare certi messaggi educativi attraverso l’istruttore e l’attività stessa. Il dinamismo dello sport mette in circolo energie sane e ne produce di “buone”, che possono essere spese anche al di fuori. Ecco perché vedo lo sport come base per il benessere psicofisico generale anche degli adulti, che, nonostante i mille impegni in cui possono essere fagocitati, non dovrebbero mai trascurare del tutto la cura di sé e del proprio corpo. Anche una/due ore settimanali di attività fisica, se non si riesce di più, possono fare la differenza con una vita sedentaria, che fa ingrassare, invecchiare e, soprattutto, ammalare. Poi, al solito, come in ogni cosa, è bene rispettare il senso della misura. Dunque, come è bene non esasperare i bambini, inducendoli ad un’attività agonistica precoce o magari desiderata solo dal genitore, così è giusto che anche l’adulto sappia dosare le proprie energie ed evitare l’accanimento. Perché anche troppo sport o impegno in attività costantemente usuranti per l’organismo, o addirittura pericolose, non giovano a nessuno. Fare sport insegna a conoscere il proprio limite e a rispettarlo, così come quello degli altri. Forzare è controproducente, esattamente come eludere del tutto. Ogni sport ha i suoi vantaggi e svantaggi, le indicazioni e controindicazioni, e sicuramente ci sono figure apposite che possono fornire il consiglio più adeguato. Personalmente faccio il tifo per il nuoto, sport completo per eccellenza, dove l’acqua (elemento da cui origina la vita, non dimentichiamolo) massaggia il corpo, lo tonifica e distende allo stesso tempo. Però, moltissime altre attività sportive meritano e fanno bene. Proprio mentre formulo mentalmente queste mie considerazioni, l’altro giorno, subito dopo esser uscita dalla vasca, m’imbatto in una signora che non ho mai visto, che sta per fare la doccia e che, di punto in bianco, mi dice: “La piscina fa proprio bene”. Sorrido e le rispondo: “Sì, e la mia schiena ringrazia…”. La signora annuisce e poi aggiunge: “Ma non solo la schiena. Noi siamo un tutt’uno. Come dicevano gli antichi? Mens sana in corpore sano”. Allibita, non rispondo nulla. Mi aveva letto nel pensiero mentre nuotavo?
Eleonora Castellano, docente e psicologa (Tutti i diritti riservati©) www.eleonoracastellano.com socia fondatrice dell'associazione culturale L'accento di Socrate
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