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Intervista a Eleonora Castellano a proposito di..

Elisir (ed. Rupe Mutevole) collana "Le relazioni"





Buongiorno Eelonora! Elisir, un romanzo d'amore, ma non solo. A cosa ti sei ispirata per la scrittura di questa storia?

Buongiorno, Maria Giovanna, e bentrovati a tutti i lettori. Ho partorito l'idea del mio ultimo romanzo assistendo a un concerto di musica classica presso il magnifico teatro Massimo di Palermo. Dopo le prime arie, interpretate da un soprano, è comparso sulla scena un giovane tenore, dalla voce profonda, oltre che dall'aspetto parecchio gradevole. Mi sono goduta lo spettacolo e all'intervallo mi sono documentata sulla carriera di questo giovane cantante, poco conosciuto in Italia, ma noto all'estero. Durante il secondo tempo, nella mia mente ha cominciato a delinearsi una trama, in qualche modo ispirata a questa carriera, anche se fortemente rielaborata dalla mia fantasia. E così all'inizio del romanzo troviamo Elisa, una giovane donna palermitana, che incontra per caso Matteo, un famoso tenore, senza riconoscerlo. Si ritroveranno, e tra un'opera lirica e l'altra si snoderà l'incontro tra due persone dai trascorsi molto diversi, ma anche tra due mondi lontani e vicini, allo stesso tempo. Per altri aspetti del romanzo, quelli più intimistici, direi, mi sono ispirata ad alcune vicende personali, che mi hanno portata a riflettere sul senso della vita e su ciò che conta veramente.


La protagonista vive una particolare situazione, è innamorata ma anche amata da un altro ragazzo, per il quale prova solo amicizia. È triste questa storia o insegna qualcosa d'importante alla protagonista?

Più volte, nelle pagine di diario, che costellano il romanzo, interrompendo la narrazione in terza persona per spostarla sul mondo interno della protagonista, Elisa riflette sul rapporto d'amicizia tra uomo e donna e s'interroga soprattutto sul confine tra un'amicizia nata nell'infanzia, coltivata per decenni e nutrita dalla complicità anche nei momenti meno felici, e un rapporto d'amore intenso, passionale, ma anche acerbo. "Forse la vera domanda è: tutti i rapporti umani si possono definire, delimitare come un terreno con il recinto, o peggio ancora col filo spinato?" si chiede la ragazza in una delle pagine di diario. Elisa non trova risposte univoche, ma di una cosa è certa: il cuore della nostra vita sono le relazioni, senza di esse perdiamo senso, c'impoveriamo, ci deprimiamo. Le amicizie vere, quelle messe alla prova dal tempo e dalle difficoltà, sono importanti, e direi anche fondanti la nostra identità adulta. Un rapporto significativo non deve necessariamente portare a escluderne un altro. Perché un'esistenza ricca d'amore, d'amicizia, di relazioni importanti è una vita degna di essere vissuta.


Quale delle relazioni presenti nel romanzo ritieni più difficile da raccontare?

Beh, senz'altro non è stato semplice parlare del rapporto ambivalente di Elisa con la madre, una donna per cui, almeno in apparenza, Elisa sacrifica la propria vita e il proprio successo professionale. In realtà, la protagonista accampa delle scuse per non prendere in mano il proprio futuro e scarica sulla fragilità della madre le proprie insicurezze. La madre, a sua volta, è combattuta tra lo spingere la figlia a tagliare il cordone ombelicale e il tenerla legata a sé per controllarne la vita ed evitare di perderla. L'ombra della scomparsa della gemella di Elisa rende problematico il loro rapporto. Ma è problematico perché vero, autentico. Non è stato nemmeno semplice raccontare il rapporto con l'amico Paolo perché provo a far riflettere su come le emozioni che una persona fa scattare possono essere complesse e intricate, per cui non è sempre immediato capire cosa si vuole davvero dall'altro, e da se stessi. Infine, mi sono divertita a descrivere l'imbarazzo di Matteo, il tenore, nel gestire il rapporto con le donne. Lui è un uomo gentile e garbato, quasi d'altri tempi, e mettere un freno a chi vuol sconfinare non gli viene naturale. Nonostante sia un uomo di grande successo mondiale, nella vita privata spesso risulta geloso, impacciato, confuso. Dunque, un uomo vero, anche lui. Un uomo che fa i conti con le incertezze e i dubbi connaturati a ogni essere umano.


Un romanzo deve più far pensare, divertire o fuggire dalla realtà?

A ciascuno il suo. C'è chi legge per evadere; chi per divertirsi; chi, come me, cerca soprattutto letture che lo rilassino e, allo stesso tempo, lo spingano a riflettere sulle cose della vita reale. I miei romanzi e racconti, credo, appartengono a quest'ultima categoria, di cui sono una grande fan.


Maria Giovanna Farina, filosofa e consulente filosofico, settembre 2018


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