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La mente nella cura


Che ruolo riveste la nostra mente, con tutte le sue caratteristiche, nelle situazioni più difficili, come il lutto, la malattia, il disagio esistenziale?

Se per mente intendiamo il complesso di pensieri, sentimenti, percezioni, che originano dall'attività elettrochimica del cervello e che si traducono in sensazioni fisiche che ci avvolgono, in emozioni che possono bloccarci o al contrario sostenerci, in parole che diciamo agli altri e a noi stessi, beh, in questo senso direi che il ruolo della mente è davvero fondamentale.

È facile essere sereni quando le cose vanno per il verso giusto; sentirsi ottimisti quando avvertiamo che la nostra esistenza viaggia sui binari che avevamo pensato di percorrere; è bello sentirsi in armonia con l'universo quando tutto va bene.

Diventa più difficile quando la vita ci mette davanti a delle sfide dolorose, che non ci aspettavamo di dover affrontare; quando ci ritroviamo, nostro malgrado, in situazioni che consideravamo solo teoriche e che invece ad un certo punto ci investono e in un modo tale da non potervisi sottrarre.

E poi perché? Sarebbe giusto?

Amare la vita, amarla davvero, fino in fondo, significa accettarla nelle sue sfaccettature, nei suoi aspetti positivi come in quelli negativi, in quelli più gioiosi come in quelli più dolorosi.

Sono convinta che, come tanti studi ormai dimostrano, un atteggiamento mentale positivo influenza parecchio il nostro stato di salute e la nostra capacità di reazione agli eventi avversi. Il sistema immunitario è il collante tra la mente e il corpo, in una visione olistica. È quindi importante mantenere un pensiero positivo, non isolarsi, dialogare, confrontarsi, perché questo ha effetti benefici sul soma, sull’intero organismo, e favorisce il processo di guarigione o, nei casi limiti, smorza l’effetto dei sentimenti di angoscia.

Anche i momenti più duri, le situazioni più complesse possono offrire spunti di riflessione per capire a fondo noi stessi e la realtà che ci circonda, da punti di vista diversi e inaspettati. La malattia, dunque, come occasione di trasformazione, di cambiamento.

In fondo, la realtà è la nostra rappresentazione della realtà e se noi ci impegniamo a non farci fagocitare dall'ansia, dalla depressione, se ci visualizziamo in immagini dai colori non troppo stinti, se ci raccontiamo a noi stessi in toni non eccessivamente drammatici, anche nelle situazioni complicate, forse sarà più "semplice" poter accedere alle nostre risorse più intime per fronteggiare i mali che ci investono, per lottare, resistere, e credere che un futuro è ancora lì ad attenderci.

Eleonora Castellano


(Ottobre 2016 - Tutti i diritti riservati©) www.eleonoracastellano.com 


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