“Solo se tu vuoi”. Intervista recensione a Tina Scopacasa
“Solo
se tu vuoi” (2014, pp. 220) è il titolo dell’opera
prima di Tina Scopacasa nell’ambito della narrativa e
racchiude il senso di tutto il libro. Solo se tu vuoi: un
invito delicato, rispettoso dell’altrui volontà,
eppure capace di stimolare e incitare. Un invito che riassume
fiumi di trattati e che esprime il valore di chi del sostegno e
della cura dell’altro fa i pilastri della propria vita.
Perché Marta, l'insegnante protagonista del romanzo,
rappresenta tutti coloro che lavorano con passione nei settori
dell’istruzione, della sanità, del counseling,
dell’aiuto interpersonale, e che vivono la propria
professionalità a trecentosessanta gradi. Marta, approdata
quasi per caso nel mondo della scuola, fa infatti del suo ruolo di
docente di sostegno il perno della propria esistenza. Si dedica
fino in fondo al suo mestiere e lo vive nella pienezza della sua
funzione, spesso non riconosciuta né apprezzata come si
dovrebbe, nel romanzo come nella realtà. Si occupa dei
ragazzi diversamente abili che le sono stati affidati, ma anche di
tutti gli altri alunni delle sue classi, soprattutto di coloro che
sono portatori di bisogni educativi speciali. Non si tira indietro
rispetto alle difficoltà, si assume la responsabilità
delle decisioni, capace di gestire le proprie ansie e le fragilità
e di accettare le sfide che alunni, colleghi, dirigente
scolastico, genitori le pongono quotidianamente. Il romanzo mi ha
colpita per la sensibilità e verità con cui le
tematiche vengono affrontate: il bullismo, le incomprensioni
familiari, gli attriti con gli insegnanti, le gravidanze precoci,
i problemi con la droga e con la giustizia, la povertà e la
miseria sono solo alcuni dei nuclei intorno a cui si snoda
l’intera vicenda, che copre un anno scolastico intenso e
indimenticabile, durante il quale Marta, come tutti i docenti
veri, s’interroga, soffre, ricerca, cresce insieme ai suoi
ragazzi e, attraverso loro, comprende di più se stessa.
Tina Scopacasa, già autrice di un saggio, docente a Milano
nella scuola secondaria di secondo grado e appassionata del suo
lavoro, accetta di raccontarci qualcosa in più. “Cosa
ti ha spinto a scrivere questo romanzo?” Tina
Scopacasa: “Entrando nella scuola come docente mi sono
trovata di fronte a una realtà molto diversa da quella da
me vissuta come alunna. Gli studenti che avevo davanti avevano
esperienze, spesso molto difficili e dolorose, che mai avrei
immaginato. È stato per me quasi un dovere dedicare a loro
un’attenzione in più. Ho cominciato a parlare con
loro, ad ascoltarli, a interagire e ho visto che con alcuni
funzionava: avevano voglia di parlare, di aprirsi. Ho notato che
il “fattore vincente” era osservare come si muovevano
tra di loro, come si rapportavano con i ragazzi più
fragili, oltre che con me e con gli altri docenti. Solo dopo aver
studiato gli alunni singolarmente e poi la classe nel suo insieme,
ho cercato di intervenire motivandoli, stimolandoli, e tentando di
trovare punti di contatto per collegare personalità che
apparentemente non avevano niente in comune. Purtroppo ha
funzionato con alcuni e non con tutti e non in tutte le classi. Ho
notato, poi, che spesso i ragazzi avevano voglia di ascoltare
esperienze vissute dai loro coetanei, come erano riusciti a
cambiare e come erano migliorati. Anche molti colleghi erano
interessati a conoscere queste realtà “sommerse”.
Allora perché non condividere le mie esperienze su più
ampia scala? Così, partendo da spunti davvero accaduti, ma
smontando e rimontando storie e pezzi di storie che ho più
o meno vissuto, ho costruito un anno scolastico, con situazioni il
più possibile vicine a quelle che si incontrano nella
realtà.” “Qual
è il ruolo di un docente di sostegno e i suoi confini?” “Bella
domanda! Non ho una risposta assoluta ma personale. Il ruolo che
cerco di rivestire entrando nelle classi è quello di un
adulto che deve essere un punto di riferimento, una guida, un
supporto non solo per i ragazzi con difficoltà ma per
l’intera classe. Cerco di far capire agli allievi che avere
l’insegnante di sostegno non è una colpa ma
un’opportunità, e che potrebbe essere una risorsa per
la classe e per i colleghi. Quali i confini? Se si lavora con
professionalità e cuore, non bisognerebbe avere confini.
Non si dovrebbe aver paura di osservare, sperimentare, a volte,
osare, senza, ovviamente, sconfinare dal ruolo di adulto/docente,
ma tenendo ben a mente l’interesse e il benessere dei
ragazzi. Marta arriva a dei casi limite, e l’intento è
proprio di creare il dubbio: e se ci si trovasse davvero in quelle
condizioni? Marta ha scelto di spingersi oltre. Personalmente, che
dire? Mi piacerebbe essere forte e decisa come Marta.” “Qual
è il significato ultimo del libro?” “Ogni
persona ha i suoi punti di forza e di debolezza e migliorare è
sempre possibile. Per arrivare a ciò spesso è
necessario che ci sia qualcosa o qualcuno che metta in moto
l’ingranaggio del cambiamento. Nel romanzo ci prova la Prof
Marta, ma a nulla valgono i suoi sforzi se non intervengono
altri fattori a sostegno delle sue azioni: colleghi, genitori, gli
stessi ragazzi e, a volte, un po’ di fortuna. In pratica:
occorre la volontà personale e un lavoro di squadra.” “Perché,
secondo te, può trovarlo interessante anche un non
docente?” “Il
mondo della scuola è cambiato e bisognerebbe conoscerlo
meglio sotto ogni aspetto. I giovani di oggi sono il nostro domani
e capire come e in che modo vivono e affrontano il loro tempo, a
mio giudizio, è molto importante e utile non solo a chi
ruota intorno a questa dimensione.” “Quanto
c’è di personale nella tua opera?” “Sicuramente
la parte didattica, di docente. Non sono brava come Marta, però
mi piacerebbe esserlo. Di
certo c’è che entro nelle classi col cuore, con un
bagaglio di esperienze passate e con la voglia di imparare e
mettermi in gioco. Getto gli “ami” e mi sento felice
quando riesco a “innescare” un piccolo cambiamento,
quindi a migliorare qualche situazione. Mi metto in discussione
quando non ci riesco.” Solo
se tu vuoi è un libro che appassionerà di certo
chi lavora nel mondo della scuola o chi ha a che fare con gli
adolescenti a vario titolo, ma affascinerà anche chi vive
al di fuori di questo mondo ed apprezza comunque i libri che
offrono una chiave di lettura intelligente per capire un po’
di più l'universo dei ragazzi e il difficile compito di chi
è chiamato a occuparsene.
Il
romanzo è acquistabile sul sito di Amazon, Per saperne di
più visita il blog http://solosetuvuoi.blogspot.it/
Eleonora
Castellano, docente e psicologa (Tutti
i diritti riservati©) www.eleonoracastellano.com
socia
fondatrice dell'associazione culturale L'accento di Socrate Condividi
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