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Poesie in “Calce”

 

La comunicazione dell’anima

 

Roberta Calce è una conduttrice radiofonica di successo, ma non solo. Scrive poesie fin dall’adolescenza, ha pubblicato libri di poesie ed ha voluto con tutta se stessa la creazione di un sito dove ognuno può scrivere poesie per il piacere di comunicare qualcosa di sé. Ci siamo fatti raccontare che cosa rappresenta per lei la scrittura poetica

 

D. Quando hai scritto la prima poesia?

R. A quattordici anni. Non le reputo mai poesie, dico che sono delle emozioni perché non studio la tecnica. Butto lì la cosa e poi le chiamano poesie…Le mie poesie sono semplici, sono le mie emozioni quelle che proviamo un po’ tutti. Tutti siamo stati innamorati, siamo stati delusi, tutti abbiamo sofferto, tutti abbiamo gioito: è la vita quotidiana di un essere umano normale. Non vado a trovare la particolarità, il lessico curato, la metafora, se viene, viene. Non sono, purtroppo, e dico purtroppo perché i poeti mi hanno sempre detto di scrivere la poesia poi di lasciarla sul comodino, poi riprenderla, poi correggerla, poi rimetterla sul comodino…mamma mia devo partorire?

D. Quello che ti hanno proposto è un lavoro di elaborazione per poi pubblicare

R. Io ho pubblicato i miei istinti

D. Certo, la tua è una finalità diversa

R. L’ho fatto quello che mi hanno chiesto, venivano fuori delle cose che a detta loro erano magnifiche, ma per me facevano pena

D. Non ti riconoscevi?

R. Esatto, non ero io. Era troppo elaborata senza più emozioni

D. Quindi la scrittura poetica è per te la manifestazione delle tue emozioni?

R. Sì, aiuta tantissimo. Ho scoperto persone che non avevano mai scritto, mi piace parlare con le persone ed ascoltare quello che hanno da raccontare sulle loro storie, magari hanno perso un amore o hanno problemi col lavoro. Io dico loro “Scrivilo che ti fa bene, è come vomitare quello che hai dentro e metterlo in scrittura”. Sul mio sito troverai tantissimi autori, io li chiamo così, che non avevano mai scritto ed ora stanno bene. Mi dicono che non sanno come ringraziarmi per averli aiutati a tirare fuori quello che avevano dentro

D. Tu sei la dimostrazione pratica del valore terapeutico della scrittura

R. Io non l’ho mai saputo

D. “Io sto bene” è una prova

R. Quanto al valore terapeutico mi ha aiutata quando ho avuto un brutto lutto, mio nipote di ventiquattro anni. Era un fratello per i miei figli e loro hanno sofferto tanto. Ho chiesto aiuto ad una terapeuta per aiutare i miei figli, se io stavo troppo male io non potevo aiutare loro. Per i primi tempi dormivo continuamente e lei mi disse che era un’ottima terapia, io invece pensavo che è come se Roberta fuggisse dalla realtà

D. Un po’ c’era anche quello, non per vigliaccheria ma per non soffrire

R. Io invece pensavo di essere vigliacca e mi sentivo male perché mi nascondevo nel sonno

D. Quindi l’idea del sito ti è venuta da questo trauma?

R. No. La morte è stata accidentale, il sito era in programma. Lui è morto il 27 settembre dell’anno scorso, il sto era in preparazione ed io l’ho fatto uscire di corsa per farlo andare on-line proprio quel giorno. Il sito è nato come rivincita verso me stessa ed altre persone che mi avevano ferita

D. In che senso?

R. Persone che si erano approfittate di me… perché avevo creato un altro sito …Ho voluto creare questo sito anche per gli ipovededenti. Vado negli istituti e porto loro anche delle fiabe scritte da me, loro sono veramente contenti

D. Sei riuscita a trovare un canale per comunicare con loro, andarli lì solo per far quattro chiacchiere non è costruttivo. Tu hai trovato uno strumento per mantenere un contatto

R. Come tutti quelli che scrivono anch’io ci penso milioni di volte perché sono le tue cose che metti alla mercè. Sai che è nato anche un recital?

No, come?

R. Posso dire che è bello perché non c’ero io sul palcoscenico anche se l’ho scritto io, ma io non ricordo mai quello che scrivo quindi è come se lo vedessi per la prima volta

D. Dove si è tenuto il recital?

R. A Mantova la puntata zero, il regista ha acquistato il mio primo libro Piccolo amore e si è accorto che molti giovani si ritrovano in quello che scrivo. La storia la vedeva sul palco del teatro con una compagnia

D. Si potrà vedere anche altrove?

R. Lo porterò al Serafico che è l’istituto di Assisi dove mi occupo di questi ragazzi

D. Avrà altre rappresentazioni?

R. L’ho portato a Viterbo in occasione delle notte bianca

D. Noi attendiamo di conoscere come evolverà. Parlando con te abbiamo conosciuto un mondo nuovo di scrittura

R. Questa è una cosa che mi piace oltre ad usare la mia voce

D. In effetti le tue poesie recitate, le ho ascoltate sul sito, sono davvero molto gradevoli

Maria Giovanna Farina

Tutto su Roberta Calce compresi i titoli dei suoi libri è su www.poesieincalce.com

Sul suo sito, unico accessibile agli ipovedenti, si possono ascoltare poesie declamate da lei stessa




Danza degli anni passati

 

Come Salomè

ammicco una danza

silenziosi accordi

di vita vissuta

Melodie ipotecate

su passati distorti

su passati di donna

Ora ballo, spogliata

da rancori e rimorsi

Sfogliando 50 calendari

dove ogni foglio

ha un giorno vissuto

Increspato il tempo

come il mio volto

rughe che sorridono

a carezze appoggiate

a baci assonnati

un po’ invecchiati

Soffierò sugli anni

che mi hanno deluso

lascio il posto a quelli

che mi hanno rassicurato

a quelli che mi hanno sorriso

Inalo aria pura

recido rami secchi

di vita andata

E con chi amo

voglio festeggiare

mentre ballo ancora

un ritmo tribale !

 Roberta Calce





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