Recensione: Un dono dal mare, Rupe Mutevole editore silloge di Antonella Massa
Visioni oniriche in un impasto di passato infanzia presente senza tempo arricchiscono la struttura amorosa. Il sogno come rifugio dove tutto è possibile costituisce la carica dinamica della inarrestabile ricerca del fu. Struggente. Aulico. Bucolico. Interessante il ricorso insistente alla seta (Nastro di seta rosso. Pieghe di seta. Lenzuola di seta. Fili di seta. Parole infiorate di seta. Svestita di seta) e all’attributo “setoso” (Rosa setosa. Riccioli setosi. Mani setose. Rive setose. Pelle di luna setosa) che diventa un significante che oltre il prezioso tessuto serico indica il desiderio, la bramosia, la sete, nella fattispecie di carezze baci abbracci. Non è un caso che le lettere d’amore dell’amato siano raccolte in un nastro di seta rosso. Un’analisi più attenta permette di evidenziare altri particolari che estrinsecano la forza lirica dell’autrice, ma questa la voglio lasciare ai lettori dei suoi poetici versi. Max Bonfanti, filosofo (Dicembre 2015 - Tutti i diritti riservati©)
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