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Dicono che il tempo aggiusti tutto, non ci credo!

Sono già vent’anni che ho rotto quel vaso tanto prezioso ed è ancora lì, rotto.

 

È vero che non è vero, il tempo non aggiusta tutto, vale per le piccole cose, per le inezie, le classiche ette, ma quando ciò che si rompe è davvero prezioso e per prezioso non solo alludo al valore economico, il tempo, a volte contribuisce a distruggere ancor di più come nel caso delle grandi opere dell’uomo nel corso dei secoli: delle sette meraviglie dell’antichità, che ne è rimasto? Poco più di nulla, solo la piramide di Cheope a Giza è possibile ammirare nella sua quasi totale interezza.

Le montagne si sgretolano creando pianori cancellando tutto ciò su cui rovinano e l’opera paziente e minuziosa degli archeologi riporta alla luce solo una minima parte di ciò che fu.

Anche quando ci si riferisce alle persone e ai loro sentimenti, il tempo, nonostante l’ottimismo mnestico tanto caro a Cesare Musatti, non sempre assolve il compito di lasciare emergere solo i ricordi piacevoli affievolendo lentamente quelli spiacevoli.

E se pensiamo alla vita animale il tempo può contribuire a saldare le fratture, a rimarginare le ferite seppure lasciando profonde cicatrici lì a testimoniare impietose le grinze del passato che ci si porta dietro fino all’esito finale. Ma come sempre noi uomini tendiamo a rapportare tutto alla effimera durata delle nostre vite e in un ambito riduzionista si possono attribuire al tempo qualità taumaturgiche.

Il tempo sicuramente ha il pregio, se così vogliamo chiamarlo, di smorzare, di smussare le asperità, di rendere meno vivo il passato, di metabolizzarlo e di lasciare cogliere quegli aspetti positivi che a prima vista sembravano non esserci. Sì, questo è ciò che può fare il tempo, ma restituirci quanto di più caro abbiamo perso solo il ricordo può aiutarci.


Max Bonfanti, filosofo

(Ottobre 2017 - Tutti i diritti riservati©)


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