I PENSIERI PARASSITI: un punto di vista filosofico
Dedicato a coloro che sono in procinto di andare in pensione: attenzione ai pensieri parassiti
La mente per non andare in tilt ha sempre bisogno di essere impegnata con progetti e idee nuove. Ciò diventa più importante nel momento in cui ci si allontana dal lavoro, generalmente per raggiunti limiti di età. È provato che in molti casi l’andare in pensione e la conseguente mancanza di operatività e di mancanza di stimoli conducono ad un progressivo deterioramento delle capacità intellettive. Quando la mente cessa di lavorare “su comando” intervengono i pensieri parassiti, sempre in agguato, con tutto il loro potere devastante. I pensieri parassiti sono idee involontarie debolmente legate a contingenze della vita che gradualmente, ma inesorabilmente se non vengono al più presto contrastate, si insinuano subdolamente fino a diventare predominanti. La cura migliore è coglierli al loro esordio anche se non sono facili da riconoscere in quanto si manifestano in modo apparentemente innocuo: soffrire per ogni più piccolo cambiamento del trantran quotidiano, giudicare pesanti attività che fino a poco tempo prima si svolgevano con la massima tranquillità ed efficienza, dare eccessiva importanza a fatti da sempre ritenuti irrilevanti e di normale amministrazione come potrebbe essere prendere un mezzo pubblico o trovare un parcheggio per l’auto; quest’ultimo potrebbe facilmente diventare un motivo per usare sempre meno l’auto che se da una parte potrebbe essere un motivo per fare del moto, dall’altra non lo è perché si perdono capacità e si evita anche di andare in giro.
I rimedi esistono e riguardano il non lasciare mai la mente inattiva: letture, enigmistica, lunghe passeggiate, hobby di qualunque genere, ritorno agli studi, l’acquisto o l’affitto di una casa in località di villeggiatura, scrivere un romanzo o la propria biografia, fare volontariato, sono solo alcuni suggerimenti di come tenere impegnata la mente e preservarla dai pensieri parassiti che in breve tempo possono condurre a quella che io ho definito Sindrome da pensieri parassiti.
La Sindrome da pensieri parassiti come accennato sopra si manifesta solitamente in età matura con idee persecutorie che a volte assumono la forma delirante. Chi ne è colpito crede che eventi casuali lo coinvolgano in qualche modo a suo danno e un esame di realtà non allontana le false convinzioni anche se sono ampiamente contraddette dai fatti e dalle persone conviventi.
Quando la sindrome è conclamata la sintomatologia si manifesta con continua commiserazione di sé, apatia, stanchezza ingiustificata, inappetenza, incapacità di portare a termine anche i lavori più semplici, visione pessimistica del proprio futuro e alla lunga anche l’attività sessuale comincia a risentirne. Non sempre la mente risulta essere sufficientemente limpida, a volte subentra uno stato confusionale che acuisce le sensazioni persecutorie e l’incapacità di andare avanti. In taluni casi questa sintomatologia viene acuita dall’assunzione di farmaci psicotropi
Si tende a rimanere per sempre più tempo in casa e ad evitare le relazioni con parenti e amici, è come se si cadesse in uno stato di perenne apatia. In breve, chi è colpito dalla Sindrome da pensieri parassiti trascorre le giornate nell’inattività. Al mattino vorrebbe continuare a rimanere a letto e incontra difficoltà anche a lavarsi. Vorrebbe sempre dormire per non dover pensare a tutte le cose che dovrebbe fare ma non riesce a fare.
È evidente come il malessere si rifletta anche sui familiari solitamente impreparati ad affrontare una simile situazione; purtroppo a nulla valgono gli sproni di quanti hanno a cuore la vita del malato che fisiologicamente risulta essere sano.
Sebbene molti sintomi siano presenti anche nella paranoia, in quest’ultima manca la commiserazione di sé che nella Sindrome da pensieri parassiti in breve tempo tende ad essere costante.
Max Bonfanti socio fondatore e vice presidente dell'associazione culturale L'accento di Socrate (Tutti i diritti riservati©)
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