CHI SIAMO

ARCHIVIO

REDAZIONE/CONTATTI/COLLABORA



Il punto cieco

 

Ogni situazione, anche la più chiara e limpida ha sempre una zona d'ombra, un punto cieco che, a  prescindere dall’imponderabile, è sempre presente, incombe. Il punto cieco esiste anche da un punto di vista fisiologico: la nostra vista, nel suo campo visivo, ha un luogo, per ogni singolo occhio, che seppur molto limitato, è privo della capacità visiva; un facile esperimento che chiunque può fare è il seguente: prendete un cartoncino bianco e disegnatevi un cerchietto nero di circa mezzo centimetro di diametro e alla sua destra, a circa dieci centimetri di distanza, una croce altrettanto grossa. Dopodiché prendete il cartoncino con una mano e distendete il braccio, mettete l’altra mano sull’occhio destro e col sinistro guardate la croce che avete disegnato. Lentamente avvicinate il cartoncino sempre fissando la croce, ad un certo punto il cerchietto che continuate a vedere con la coda dell’occhio sparirà per poi ricomparire continuando ad avvicinare il cartoncino. Altrettanto potete fare coprendo l’occhio sinistro guardando il cerchietto e questa volta sarà la croce a scomparire.

Per fortuna che abbiamo due occhi,  ma non è sempre scontato che l’altro occhio sia in grado di sopperire alla “cecità” del compagno. Questo lo dico per evitare che molti contino sugli altri più di quanto si sia già costretti necessariamente a fare. Il punto cieco non permette di vedere ciò che si trova, nel campo visivo, di lato e può capitare per esempio nella guida di un veicolo che i nostri occhi siano impegnati in modo asimmetrico e un oggetto finisca proprio nella linea visiva che colpisce la zona della retina che non trasmette immagini.

C’è però un altro elemento da tenere presente e cioè che il nostro cervello ha la tendenza ad agire da solo, nel senso che si prende autonomamente delle iniziative. Ora se torniamo all’esperimento di prima e facciamo attraversare sia il punto che la croce da una linea, avremo modo di vedere come rifacendo l’esperimento, nel punto in cui non vedremo più il cerchietto anziché esserci del vuoto noteremo che, arbitrariamente, il nostro cervello ha riempito lo spazio dove non vediamo più il cerchietto.

Il risultato è evidente. L’esperimento del punto cieco lo si può usare a mo’ di metafora per ribadire come anche le cose più chiare ed evidenti, nostro malgrado, celino elementi a volte mimetizzati, difficili da cogliere. Quindi ancora una volta mi trovo a dire di non dare mai niente per scontato e  che non sempre il famoso detto “Non credo se non vedo” sia sinonimo di certezza e ci possa preservare da errori; credo che in certi casi sia invece più indicato il detto opposto “Non ci credo neanche se lo vedo con i miei occhi”, a volte sono proprio le cose più evidenti che ingannano. Gli illusionisti nell’esercizio della loro professione ci danno continui esempi di quanto i nostri sensi possano venire ingannati da ciò che percepiamo e di quanto sia attendibile l’asserzione “La mano è più veloce dell’occhio”. Cartesio, nel suo “Discorso sul metodo” si sofferma su questo argomento giungendo alla conclusione che di tutto si può dubitare tranne del fatto di dubitare. Ma forse l’esempio più eclatante di quanto siano ingannevoli i nostri sensi, la vista in particolare, ci è dato dal sorgere e dal tramontare del Sole: è così evidente che sia il Sole a muoversi e non la Terra, eppure già nel terzo secolo avanti Cristo, l’astronomo, matematico e filosofo Aristarco di Samo aveva capito come stavano le cose ed aveva prospettato la teoria eliocentrica, ma le cose, si sa, non sempre vanno come sia giusto che vadano, bensì seguono gli interessi di certi dettami e così la concezione tolemaica (geocentrica) ha potuto campeggiare indisturbata fino a Copernico. Con ciò non voglio dire che non si debba dare credito a quanto i nostri occhi ci trasmettono, anzi, soprattutto quando siamo nell’esercizio di attività delicate della professione o nella guida di un veicolo è saggio guardare molto attentamente, ma è anche bene tener presente che l’errore, la svista, l’abbaglio, sono sempre presenti.


Max Bonfanti socio fondatore e vice presidente dell'associazione culturale L'accento di Socrate

(Tutti i diritti riservati©)


Condividi i tuoi commenti con noi

PAGINA DI DISCUSSIONE SU FACEBOOK: CLICCA "Mi piace" su L'ACCENTO DI SOCRATE



Torna indietro

L'accento di Socrate