CHI SIAMO

ARCHIVIO

REDAZIONE

CONTATTI/COLLABORA




Pentimento

 

Il pentimento è la conditio sine qua non per aver l’assoluzione del confessore, ma è possibile essere realmente pentiti per un “peccato mortale” commesso deliberatamente, magari il giorno precedente? Francamente lo ritengo difficile, è possibile dire “mi sono pentito” e chissà quante volte questa frase è stata pronunciata da ognuno di noi, ma dal dirlo all’esserlo pienamente credo che ci sia la stessa differenza insita nell’adagio “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”.

Il pentimento necessita di un processo che, a mio avviso, richiede molto tempo, e al pari di quello del perdono, va sempre rapportato all’eziologia dell’atto. Questo per dire che non tutti i pentimenti richiedono lo stesso tempo e se escludiamo quelli, per così dire attribuibili a “peccati veniali”, mi sento di affermare che vi siano pentimenti che necessitano anche molti anni per essere vissuti con assoluta certezza. Fatta eccezione per i gesti inconsulti o puramente casuali che subito dopo vengono riconosciuti come tali e il loro pentimento è pressoché immediato, quando agiamo convinti della giustezza o liceità di ciò che stiamo facendo o non facendo, anche se il nostro gesto ottiene poi risultati amari, il pentimento vero non può avvenire contemporaneamente all’atto o poco dopo. I fattori da superare sono molteplici, l’orgoglio è tra quelli più difficili da vincere, ma ve ne sono altri che per essere superati necessitano una lunga maturazione e a volte addirittura la messa in discussione di valori fino ad allora ritenuti intoccabili come certi pregiudizi, i retaggi, l’omertà. Faccio l’esempio del delitto d’onore, e tra i delitti d’onore intendo annoverare anche lo sfregio della donna tramite acidi o altri strumenti, ormai ufficialmente in disuso nel nostro Paese ma in pratica attuato ancora in diverse culture. Come ci si può pentire di un gesto che, seppure criminale, la propria cultura lo giudica legittimo e le leggi stesse hanno ancora un occhio di riguardo nei suoi confronti e viene considerato come imprescindibile per poter continuare a camminare ancora a testa alta? È difficile pentirsi per aver commesso qualcosa che nella propria educazione è collocata nel giusto. Così è anche per altre deprecabili situazioni come, per fare un altro esempio, purtroppo molto frequente, il maltrattamento degli animali: se una certa educazione ci ha insegnato che essi debbano essere ad uso e consumo degli uomini, sarà poi difficile pentirsi per aver maltrattato un animale, aver giocato al tiro al piccione o peggio ancora aver praticato la vivisezione fine a sé stessa. Ci sono  gesti il cui pentimento può richiedere un intera vita e a volte non è sufficiente neppure quella finché si rimane ancorati sulle proprie convinzioni, sordi ad ogni nuova teoria, diverso modo di pensare o a flebili lamenti.  

Max Bonfanti


Condividi i tuoi commenti con noi

GRUPPO DI DISCUSSIONE SU FACEBOOK: CLICCA L'ACCENTO DI SOCRATE



Torna indietro

L'accento di Socrate