Lupo o agnello?
Quotidianamente nel mondo vengono perpetrati crimini contro ogni forma vivente, dalla deforestazione indiscriminata con la conseguente moria dei suoi abitanti, all’eliminazione programmata di uomini e animali. I crimini contro l’umanità avvengono più spesso di quanto si creda e ad opera di ogni forma di governo, dittature o democrazie che siano. Tribunali internazionali speciali si occupano di giudicare tali crimini, eppure molte volte l’autorizzazione ad intervenire militarmente, sotto le spoglie di motivazioni umanitarie, viene proprio da quell’ente preposto alla salvaguardia dell’integrità dei popoli: l’ONU. Certo, l’autorizzazione è travestita da finalità umanitarie alle quali probabilmente non ci credono neppure chi la concede. È triste e doloroso dovere fare questi pensieri che sono indice di sfiducia anche nelle massime Organizzazioni Mondiali che dovrebbero essere super partes, ma il fatto stesso che esista il diritto di veto e che altri mantengano il silenzio, suggerito solamente da interessi economici, danno l’idea di quanto possano essere parziali le risoluzioni emanate. Il valore Uomo è sempre stato l’ultimo ad essere preso in considerazione, basti pensare a come vengono liquidate le morti “accidentali” nei conflitti bellici: “danni collaterali” e laconici “ci dispiace”. L’Uomo ha da sempre agito per imporre le proprie idee e da quando è apparso sulla faccia della Terra, guerre tribali dapprima e di religione più tardi, appena si sentì un tantino difforme dalle altre specie animali, hanno imperversato attraverso i secoli ad ogni latitudine e longitudine. Pensatori e gente comune si sono alternati nell’inane tentativo di classificare l’uomo come pericoloso per natura, homo homini lupus, oppure buono. Egli ha sempre ucciso in nome di Alti Valori: di Dio, della Democrazia, del Progresso, dei Popoli sottomessi, mai nel nome del vero motivo: il Potere, figlio dell’Avidità. Eppure gli atti criminosi non vengono sempre ritenuti agiti sotto una tale connotazione, lo stesso delitto può venire condannato e marchiato come crimine contro l’Umanità oppure giustificato e a volte anche elogiato, ma un delitto è sempre tale, una tortura è pur sempre una tortura, un genocidio è sempre un genocidio e le persone che nel corso della Storia sono state massacrate in nome di Alti Valori e continuano ad esserlo sono innumerevoli, centinaia di milioni. Genocidi di cui non se ne parla nemmeno come quello avvenuto in modo efferato intorno alla fine del 1800 nel Congo quando l’allora re del Belgio Leopoldo II per depredare le risorse naturali di quel Paese avviò l’eliminazione indiscriminata e crudele degli indigeni che si rifiutavano di sottostare ai suoi ordini e di quanti osavano opporsi allo sfruttamento del popolo schiavizzato e delle risorse naturali del suolo. Tutto ciò cagionò l’uccisione di un maggior numero di persone di quante ne siano state assassinate nei lager nazisti, eppure… Ogni qualvolta ci si trova davanti alle nefandezze degli uomini, ciò che deve maggiormente indignare è che non è tanto il dolore per le vittime o il danno a determinare la perseguibilità delle efferatezze umane, ma il colore della bandiera sotto la quale vengono perpetrate. Max Bonfanti
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